Tutti pazzi per Dorothea Wierer a Seren del Grappa: «Divisa tra biathlon e voglia di mettere su famiglia»

Venerdì 22 Aprile 2022 di Anna Valerio
Dorothea Wierer con i fratelli Gioia, Alessio e Alberto Cremonese di Manifattura Valcismon

Una carriera ai vertici mondiali che dura da 15 anni. Un palmarès che conta 3 medaglie olimpiche, 10 mondiali, 6 Coppe del Mondo. Dorothea Wierer ieri ha inaugurato giovedì il ciclo di incontri con i grandi campioni promosso dalla Manifattura Valcismon nel lounge all’interno del suo nuovo store. Attorniata da tanti tifosi arrivati nel negozio di Seren, molti giovani della Polisportiva Sovramonte e dell’Enal Sport Villaga oltre alla società di casa, lo Sportful Nordico, che a fine serata l’hanno letteralmente accerchiata per foto e autografi. Dalla poltrona del nuovo ambiente di casa Sportful (per i marchi Castelli e Karpos), Dorothea, con l’umiltà che è solo dei grandi, sorrideva ascoltando Giovanni Viel, l’archivio storico vivente degli sport invernali, che snocciolava i suoi successi. «Adesso stai esagerando però – lo ha bloccato con il suo irresistibile sorriso - non ho vinto tutto ma tanto, più di quello che pensavo». E poi la pluricampionessa mondiale si è messa a raccontare di quando piccolina, nella sua Anterselva, si è trovata a praticare il biathlon perché cosi facevano tutti i bambini. «Ho iniziato per gioco, non pensavo che avrei vinto cosi tanto e che diventasse la mia professione». Nei suoi discorsi torna più volte sull’importanza di avere «grinta e motivazione, perché alla fine serve questo per praticare il biathlon». E quando Viel le chiede se la vedremo tra 4 anni sulle nevi di casa per l’Olimpiade, tentenna: «Bisogna essere realistici, mancano 4 anni, nella vita di un atleta possono succedere molte cose, il livello oggi è altissimo. Torno a casa domenica dopo un periodo post Olimpiade molto impegnativo, poi cerco di staccare un attimo, decideremo insieme a mio marito, siamo una famiglia, ci sono tante cose da valutare. Ci può anche essere il desiderio di fare una famiglia e di non essere sempre con la valigia in mano. Vediamo il futuro».
 

L’ULTIMO TRAGUARDO
Ma oggi si festeggia la campionessa che qualche settimana fa ha guadagnato il suo terzo bronzo olimpico. «Per me vale tantissimo anche se per Google vale solo 5 euro - dice tornando alla sua risata contagiosa – per me vuol dire anni di sacrifico. Non è stato facile vincerla». L’altra medaglia più bella? Quella del 2015 di Anterselva, a casa, davanti alla famiglia e agli amici. «Nemmeno le Olimpiadi mi hanno messo ansia come quell’appuntamento». Viel le ricorda che ha contribuito a rilanciare il biathlon femminile. «Non è solo merito mio, tutta la squadra ha portato tante medaglie e questo è un bello stimolo per tutte le ragazze».
 

UNA LINEA DEDICATA
Ma in realtà la femminilità unita alla tecnica che ha saputo portare nello sport ha spinto Sportful a creare una linea tutta sua, la “Doro Style” in cui lei ha un ruolo fondamentale in tutti gli aspetti, anche nei colori.

Sorride Alessio Cremonese – il ceo di Manifattura Valcismon – quando ricorda il loro primo incontro: «Ero a Sappada a far provare dei guanti a un atleta, lei mi passò vicino e mi chiese di provarli. Li infilò e mi disse “beh dai non sono male”. Ora sono uno dei nostri punti di forza, anche grazie a lei». E per un biathleta è fondamentale avere le mani calde e la sensibilità alle dita per il tiro. «A Pechino non ho mai sentito tanto freddo così in vita mia, mi pare che si sia visto che erano perfetti» ha detto sorridendo Dorothea.

Ultimo aggiornamento: 07:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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