Dolomiti, pericolo valanghe. Anche l'Alpago è quasi del tutto isolato

Mercoledì 9 Dicembre 2020 di Lauredana Marsiglia
Dolomiti, pericolo valanghe. Anche l'Alpago è quasi del tutto isolato

BELLUNO «Da uno a dieci quest'ondata di maltempo la possiamo classificare a nove, ovvero subito dietro la tempesta Vaia».

Gianpaolo Bottacin, assessore regionale alla Protezione civile e alla Difesa del suolo, ormai super esperto in frane, dissesti e allagamenti, riassume in un numero la potenza dell'ultimo colpo inferto al territorio dalla forza degli elementi naturali. Anche l'alluvione del 1966 non riuscì a scaricare tanta acqua come in poche ore concentrate nella giornata di sabato. Idem per il 2010, quando, a fronte di una minore quantità di pioggia caduta, mezzo Veneto si trovò allagato con 32 rotture arginali. 


DANNI DA STIMARE

«Eppure, a differenza di allora - prosegue Bottacin - non abbiamo avuto morti, ricordo che nel 66 furono ben 100, e molti meno danni. Stessa cosa nel rapporto con il 2010. Segno che gli interventi di difesa del territorio hanno prodotto i loro effetti». I danni complessivi non sono stati ancora stimati. Una cifra indicativa è quella di 500 milioni di euro, ma solo a terreno asciutto si potrà fare un conteggio puntuale. Il peggio intanto sembra essere passato, con le piene dei fiumi ormai nei tratti terminali. Anche a Torri di Quartesolo (Vicenza) la situazione sta lentamente rientrando alla normalità, anche se sul campo restano le ferite da curare. 


PERICOLO

L'attenzione resta alta sulle Dolomiti dove il pericolo valanghe, a ieri sera, era di grado 4 su una scala di 5. Ieri le previsione davano la caduta di altri 40-50 centimetri di neve durante la notte, aumentando così la pericolosità. A valle della provincia dolomitica, invece, le frane restano la spina nel fianco. Sono ben 30 le interruzioni lungo le strade bellunesi, prevalentemente per smottamenti. Chiusi tutti i passi, tranne lo Staulanza che resta l'unica via per raggiungere la Val di Zoldo dopo l'ennesima frana che ha colpito la provinciale 251. Ieri, come spiega ancora Bottacin, si è cercato di riaprire il Giau, ma il pericolo di slavine ha costretto gli operatori a desistere. Nel frattempo la foto del passo Monte Croce Comelico con la strada pulita solo sul versante di Bolzano fa il giro del web. 


«Questo non dimostra che loro sanno fare meglio di noi - ribatte l'assessore -, perché la possibilità di sgomberare la neve su tutta la tratta di competenza dipende da tanti fattori, come ad esempio la presenza di piante schiantate sulla sede stradale. In alcuni casi è successo anche il contrario, ovvero che la strada fosse tutta pulita solo sul nostro versante».
In queste ore, mentre l'acqua sta lentamente ritirandosi, la forti nevicate restano il punto di fragilità e di preoccupazione. «Da ieri - spiega l'assessore - Danta di Cadore è isolata, impossibile da raggiungere». 


Oltre i 2000 metri di quota la coltre bianca si aggira 2,5 metri. Quasi una beffa in questa stagione che non può aprire gli impianti di risalita. Cadore, Alto Agordino e Val di Zoldo sono le zone che stanno facendo i conti con la neve tanto che ieri il prefetto di Belluno, Adriana Cogode, ha invitato i sindaci dei Comuni ricadenti in queste aree a tenere chiuse le scuole. Va rientrando anche l'emergenza energia elettrica, grazie al ripristino delle linee e l'attivazione di generatori.


CASA DI RIPOSO EVACUATA

Altra area molto colpita, nel Bellunese, è stato l'Alpago dove Tambre è raggiungibile solo dalla strada delle Coste e pure a senso unico alternato. Tutte le altre vie di accesso sono state sbarrate da smottamenti. Ieri Bottacin, unitamente al capo dei Servizi Forestali, Gianmaria Sommavilla, ha incontrato tutti i sindaci per fare il punto e capire come intervenire per ripristinare i collegamenti. Sotto i riflettori soprattutto la Casa di riposo di Puos che è stata evacuata e resterà chiusa per molto. I danni sono ingentissimi, provocati dall'esondazione di un piccolo torrente. La settantina di ospiti è stata distribuita su altre strutture. Bottacin stima che il danno possa ammontare ad almeno mezzo milione di euro.


LITORALI DA SISTEMARE

Poi c'è il capitolo litorali, divorati dalle mareggiate e dalla rabbia delle associazioni di categoria che operano nel turismo, timorosi di mettere a rischio un'altra stagione dopo quella magra appena trascorsa. «Risistemeremo tutto - conclude Bottacin -, l'estate è ancora lontana. Le dune di protezione hanno funzionato. Serve solo un po' di pazienza».

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