Gioco di luci fa temere un distacco alla Gusela del Vescovà, simbolo di Belluno: allarme rientrato grazie al Soccorso alpino

Martedì 1 Novembre 2022 di Maurizio Ferin
Foto di Fabio Bristot Rufus
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BELLUNO - Allarme lanciato via social questa mattina, 1. novembre, da Fabio "Rufus" Bristot, memoria storica delle Dolomiti, uomo del Soccorso alpino e grande appassionato di montagna: «Sarebbe un dispiacere enorme, ma pare che si sia perso un pezzo della Gusela del Vescovà (simbolo di Belluno, ndr)» scrive allegando le foto di prima e dopo il presunto distacco.

Ipotesi fortunatamente poi smentita.

Esperti e appassionati del gruppo della Schiara (di cui la Gusela è una spettacolare estremità) hanno infatti subito avviato le verifiche. 

La verifica di Sani

«Sono salito sul monte Terna e ho visto la Gusela come l’ho sempre vista da 40 anni. Non ci sono alterazioni nella sagoma». A smentire le voci su un possibile distacco di rocce dalla guglia dolomitica sul Vescovà (gruppo della Schiara) è Giampaolo Sani, uomo del Soccorso alpino, capo stazione della sezione del capoluogo. «Stavo andando in un’altra direzione, ho cambiato il mio giro per avere una prospettiva migliore da cui valutare queste voci che erano giunte anche a me e che potevano far venire qualche dubbio. Sono salito quindi a forcella Monpiana, sul Terna. E da quello che ho notato, è solo un’illusione ottica, perché quando si verifica un crollo, si notano delle chiazze. Probabilmente – spiega Sani – a certe ore del giorno sono i giochi di luce a far apparire delle nicchie, che fanno sorgere questi dubbi».

Allarme rientrato, dunque, “ritengo infondate queste voci”, assicura l’uomo del Soccorso alpino bellunese. Per avere certezze assolute, comunque, bisognerebbe raggiungere la Gusela, verificare eventuali crolli (per quanto minimi) di roccia.

Sarà forse il Cai a poter dire una parola definitiva, anche perché punti sensibili (e altamente simbolici) come la Gusela del Vescovà vengono monitorati.

Ma questo suggestivo “ago” dolomitico così suggestivo è in pericolo o no?

«Può sembrare altamente solido – dice Sani – ma anche di altri punti delle Dolomiti bellunesi si pensava lo stesso».

E il pensiero corre all’ultimo crollo, lo scorso mese di agosto, sul Pelmo. “La natura deve fare il suo corso, sono un po’ scettico sulle iniziative di tutela” conclude Giampaolo Sani, con il realismo di chi da 40 anni frequenta questi luoghi, con la conoscenza di chi contribuisce, con la sua attività nel Soccorso alpino, a verificare che chi li frequenta, ne abbia rispetto.

Ultimo aggiornamento: 11:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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