Di Maio da Del Vecchio, lezione di welfare

Martedì 23 Luglio 2019 di Maurizio Crema
Di Maio da Del Vecchio, lezione di welfare
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Lui, Leonardo Del Vecchio, il patron che ha fondato il gruppo multinazionale Luxottica che primeggia nel mondo degli occhiali e non ha mai licenziato nessuno, anzi, proprio un mese fa ha assunto a tempo indeterminato 1.150 persone trovando un'intesa col sindacato per varare in Italia un orario di lavoro sempre più a misura di uomo e soprattutto di donna, vista anche l'altissima presenza di personale femminile nelle sue fabbriche tra il Bellunese e nel Trevigiano. L'altro, il giovane ministro dello Sviluppo e del Lavoro (due dicasteri tra i più pesanti), vicepremier e per giunta capo politico dei 5stelle, quattro incarichi per un solo Luigi Di Maio.
 
L'incontro, che probabilmente doveva rimanere riservato - niente selfie, per carita! - si è svolto ieri a Milano nel quartier generale di Luxottica. Di Maio è andato in visita nella sua veste di Ministro del Lavoro e ha incontrato non solo il presidente del colosso dell'occhialeria nato dalla fusione tra Essilor e Luxottica ma anche il management. «Abbiamo parlato di un'importante iniziativa dal punto di vista del welfare: hanno ridotto l'orario di lavoro e convertito migliaia di contratti da precari a indeterminati», ha spiegato in serata il ministro in un video su Fecebook. Insomma, Luxottica è un esempio anche per Di Maio e non solo per MrFacebook Mark Zuckerberg, che aveva visitato lo stabilimento Luxottica di Agordo (Belluno), avveniristico e super digitalizzato, nel maggio scorso.
PERCORSO LUNGOLa scoperta di Di Maio arriva dopo un percorso di welfare iniziato fin dal 2009, tra le prime aziende in Italia, che parte da un obiettivo preciso: l'uomo al centro di un'impresa che sente profondamente la sua responsabilità sociale. E che opera con questa filosofia non solo all'interno delle sue fabbriche e per gli oltre 10mila addetti. Per esempio ha sottoscritto un accordo con il Comune di Agordo (la cittadina che ospita la sede storica di Luxottica) scegliendo di potenziare l'asilo nido comunale, che rimane aperto fino alle ore 18 e anche il sabato, e di aprire un centro dedicato agli anziani non autosufficienti affetti da demenza senile e Alzheimer. Solo per i dipendenti ci sono invece per esempio i check-up gratuiti per tutti coloro che hanno superato i 50 anni. I 1.150 «nuovi» assunti lavoreranno per otto ore giornaliere per 7 mesi l'anno, mentre per i restanti 5 mesi saranno occupati per sei ore. La riduzione dello stipendio sarà in proporzione inferiore rispetto alla riduzione d'orario: chi sceglie questo schema lavorativo avrà infatti accesso ad un premio di 700 euro l'anno spalmato su 12 mesi. Poi c'è la formazione, caposaldo della filosofia Luxottica da decenni. Anche gli altri lavoratori potranno aderire a questo orario, ovviamente su base volontaria. L'obiettivo? Dare l'opportunità a chi lo desidera di gestirsi in maniera più autonoma il proprio tempo libero, in modo da favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Del Vecchio ha illustri precedenti di accordi «sociali» nella storia dell'impresa italiana, purtroppo sempre troppo isolati: l'Olivetti di Ivrea negli anni del Boom, e prima, nel Veneto gran poco industriale, i Marzotto a Valdagno e Alessandro Rossi a Schio, imprenditori ma prima di tutto uomini che avevano capito l'importanza di realizzare intorno alle loro fabbriche un insieme di servizi e protezioni sociali che permettessero ai loro dipendenti di rendere e di vivere al meglio.
«Sono felice di questo nuovo accordo, perché risponde a un concetto semplice: più è sincero e pieno il rispetto per il lavoratore, qualunque lavoratore, più è alta la qualità del suo contributo e della sua esperienza in azienda - ha dichiarato Del Vecchio a commento dell'intesa sottoscritta a giugno -. Continueremo a investire su dignità e stabilità del lavoro, attenzione costante alle famiglie, ai bisogni e al bilanciamento tempi di vita e di lavoro dei nostri collaboratori, perché siamo convinti che lavoratori pienamente soddisfatti sono il motore della crescita del Paese». Una lezione di grande politica a chi la rappresenta (temporaneamente) oggi.
Maurizio Crema
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