BELLUNO «Autogrill e mense aperti e noi ristoratori costretti a restare chiusi».
LA DENUNCIA
«Ci sono, a nostro avviso, delle irregolarità nei passati dpcm e nell’ultimo, emanato il due marzo di quest’anno, in ordine alla concorrenza del libero mercato – spiegano gli undici firmatari, ovvero Ivan Marchetti, Giacomo Schenal, Elena Casoni, Gianni Zanella, Fabio Gazzola, Alessandro Salvatore, Barbara Bressa, Massimiliano Pagotto, Massimo Bortoluzzi, Vittorina Dal Piva e Bressan Bania -. Situazioni come autogrill aperti e mense, dove puoi sederti e mangiare a pranzo e cena mentre medesime attività come ristoranti e bar restano chiusi, orari degli asporti diversi per attività di fatto uguali, provocano grande difficoltà al settore della ristorazione in particolare nel territorio Bellunese, già penalizzato da un decennio di meteo avversi e messo in ginocchio dalla Pandemia da Covid 19».
AVVOCATI AL LAVORO
Il sodalizio è rappresentato dagli avvocati Martino Fogliato del Foro di Belluno e Giuseppe Ferrulli del Foro di Bari, ai quali è stata affidato il documento di denuncia che è stato presentato al Garante in queste ore. I due legali ne hanno infatti curato l’inoltro a Roma, presso Agcom, ovvero l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. La segnalazione ad Agcm è stata realizzata raccogliendo in tanti giorni le indicazioni arrivate dalla categoria, dopo un confronto tra ristoratori e baristi, e ha visto l’adesione, anche, di sigle importanti come quella dell’Associazione Veneto Imprese Unite. «C’è grande attenzione da parte di Belluno Sviluppo e Futuro nel territorio Bellunese – spiega il rappresentante del Movimento, Ivan Marchetti -: troppo spesso emarginato perché non è una metropoli. Tuttavia anche se fragile è un territorio molto produttivo. Bisogna sconfiggere la pandemia ma con misure eque che tutelino il mercato e la concorrenza leale. Servono interventi immediati per un rilancio in un panorama internazionale del nostro territorio Bellunese e Veneto anche in vista delle prossime Olimpiadi del 2026».
LE RICHIESTE
Al garante si chiede di «togliere questa ingiustizia e permettere a tutti di lavorare, almeno con quei lavoratori che cercano un posto dove mangiare in pausa pranzo». «Ci pare sconvolgente questo sistema che, in nome della sicurezza sanitaria, sta progressivamente alimentando paradossali differenze e una concorrenza illegittima – si legge nel documento -, autorizzata però dal dpcm che di fatto crea anche in questo settore posizioni dominanti che vanno urgentemente valutate e diversamente disciplinate». Si punta il dito contro autogrill, mense, catering e contro quegli alberghi con ristorante che, al contrario degli altri esercizi, possono continuare a lavorare. La norma, insomma, secondo Bsf, va ripensata. «Intervenga dunque il garante, oggi invocato – prosegue il documento -, anche in vista delle prossime riaperture, per consentire l’apertura dei ristoranti e bar in zona rossa e arancione con consumazione al tavolo quantomeno per coloro che necessitino, per comprovate ragioni lavorative, di usufruire di una sosta o un ristoro, senza operare discriminazioni di orari e collocazioni». Si chiede inoltre al Garante di valutare quanto sia corretto, o meno, distribuire i pasti nelle mense a centinaia di persone in fasce orarie molto ristrette quando, di contro, bar e pub potrebbero gestire afflussi molto inferiori.