La storica villa di Valentino Dal Fabbro nel degrado: piove e il tetto crolla

Sabato 13 Luglio 2019 di Federica Fant
La storica villa di Valentino Dal Fabbro nel degrado: piove e il tetto crolla
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BELLUNO - È crollato una settimana fa il tetto della villa appartenuta a Valentino Dal Fabbro. L'edificio, che si trova in via Col da Ren, a Salce, è di proprietà del Comune da una decina di anni. Era stata donata affinché diventasse un museo o una struttura che potesse essere utile alla comunità. La casa fu oggetto di contenzioso per oltre vent'anni, dal momento che Valentino Dal Fabbro, uomo che spese molte energie per la comunità bellunese, specie nel Comitato d'Intesa - morì d'infarto l'11 agosto di 35 anni fa, lasciando tre testamenti. Con l'amministrazione di Jacopo Massaro la villa venne messa in vendita, pare per una cifra di circa 500 mila euro, che con grande probabilità andrà rimodulata adesso che il tetto è crollato sotto il peso degli anni. Era resistito al tormentone di Vaia, ma le piogge degli ultimi giorni non l'hanno risparmiato. Nel 2010, con l'amministrazione di Antonio Prade, l'ipotesi era quella di destinarla a diventare un centro psichiatrico, un'idea che era piaciuta anche alla azienda sanitaria, con il benestare del dottor Bruno Forti, all'epoca primario di Psichiatria della Usl 1 di Belluno.  «Noi oggi iniziamo questo percorso aveva dichiarato Antonio Prade, nell'aprile 2010 - perché vogliamo finalmente togliere Villa Dal Fabbro dal degrado e darle una destinazione coerente sia con la volontà di chi a suo tempo l'ha donata alla nostra comunità sia con la sensibilità della nostra Città». Villa Dal Fabbro ha una bellezza senza tempo, come quella che hanno per fare due esempi - le location di Macondo in Cent'anni di solitudine o la casa sul Piave di Goffredo Parise a Salgareda, per intenderci, in cui si respirava la magia di un Veneto barbaro di muschi e di nebbie. Passano gli anni, cambia il sindaco, e l'edificio è stato spogliato del suo interno, e molto materiale è confluito nel Museo Valentino Dal Fabbro, che pochi conoscono. Si trova a Cavarzano, dietro alla casa di riposo Maria Gaggia Lante. Esso ospita una raccolta di attrezzature legate ai mestieri del passato raccolti dal suo ideatore nel corso degli anni: strumenti per la fienagione, per la lavorazione del latte, gli strumenti di lavoro del fabbro e dello scalpellino. Gli attrezzi e gli oggetti del passato che costituiscono la collezione etnografica di Fioretto Bortot sono stati raccolti dal collezionista con passione e con la volontà di riunire le testimonianze materiali della storia dei contadini e degli artigiani della Val Belluna e delle vallate limitrofe, tra la fine dell'800 e la prima metà XX secolo. Invece la villa è rimasta vuota e senza manutenzione, fino a quando è stata messa in vendita. Chissà cosa penserebbe ora Valentino Dal Fabbro a vederla cadere, poco alla volta, sotto il peso degli anni e dell'incuria.
Federica Fant
Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 11:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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