Crisi idrica, nel Bellunese manca già il 16% di acqua. E i laghi sono al minimo storico

Mercoledì 15 Febbraio 2023 di Federica Fant
Lago del centro Cadore: l'invaso è metà della media storica

BELLUNO  - I dati raccolti da Arpav nel “Rapporto sulla risorsa idrica in Veneto”, aggiornati al 31 gennaio 2023, sono impietosi e segnano una situazione grave, in particolare per il Bellunese che abbassa tutti i valori regionali. La zona del Veneto “in rosso” infatti è proprio la parte alta, la nostra provincia: precipitazioni al di sotto della media storica, poca neve fanno prospettare una lunga estate di siccità. A meno che la situazione non cambi. Ma anche nei primi 15 giorni di febbraio non ha piovuto e il deficit per le risorse idriche non ha potuto che aggravarsi (gli ultimi dati al 15 febbraio si avranno solo nei prossimi giorni). Tutto dipende quindi, spiegano da Arpav, da quello che succederà nei prossimi mesi: se pioverà nella norma o, peggio, se non pioverà, potrebbe prospettarsi una situazione come quella dell’anno scorso.

PIOGGIA

A livello di bacino idrografico rispetto alla media 1994-2021, sono state riscontrate condizioni di surplus di pioggia in quasi tutti i corsi d’acqua eccetto che sul Piave dove Arpav ha registrato un leggero deficit pluviometrico: -16%. «Da notare - ricorda Arpav - che gli apporti (56 millimetri) sono comunque superiori alla mediana del trentennio (45 millimetri)». Le minime precipitazioni in Veneto sono state osservate nel Bellunese settentrionale dalle stazioni di: Cimacanale (Santo Stefano di Cadore) con 28 millimetri, Caprile con 30 millimetri e Santo Stefano di Cadore con 34 millimetri. Nella seconda metà di gennaio ci sono state piogge degne di qualche nota solo nei giorni 23 e 24 con valore massimo di 46 millimetri a San Martino d’Alpago. La siccità del Bellunese pesa molto nel bilancio dell’anno idrologico 2022-23: «Sono caduti sul Veneto - spiega Arpav -, nei quattro mesi tra ottobre e gennaio, mediamente 304 millimetri di precipitazioni; la media del periodo 1994-2021 è di 385 mm (mediana 356 mm). Gli apporti del periodo sono inferiori alla media (-21%) e sono stimati in circa 5604 milioni di m3 di acqua».

I SERBATOI

Secondo i dati di fine gennaio relativamente ai tre principali serbatoi del Piave è a Pieve di Cadore che si registra il secondo valore più basso della serie storica dopo il 2002: l’invaso è stazionario da novembre e non si è mosso di un millimetro, ha un volume invasato di 13,4 milioni di metri cubi rispetto al volume medio storico del doppio (26,3). Non bene anche il Mis, in forte calo (-9%) comunque nella media storica: è al 56% del volume massimo invasabile. Notizie positive solo da Santa Croce, in Alpago, in deciso incremento con un volume di invaso che ha superato il massimo storico (91% del volume massimo invasabile, +52% sulla media storica). Spostandosi nel Feltrino e nei bacini del fiume Brenta piange anche il serbatoio del Corlo, ad Arsiè, con volume in lieve calo da metà gennaio: al giorno 31 gennaio era pari a 22.3 milione di metri cubi mantenendosi su valori simili rispetto a fine dicembre (-1.9 milione di metri cubi). È pari ad un riempimento del 58% (poco sotto la media del periodo: -13%, -3.5 milioni di metri cubi), inferiore a 2020 e 2021, oltre che ad anni critici come 2007 e 2017.

NEVE

Nelle Dolomiti il cumulo di neve fresca dal 1 ottobre al 31 gennaio è nella norma per il periodo (dati 2005-2022), ma ha ancora un deficit del 14%: la norma è stata raggiunta solo grazie alle precipitazioni nevose di dicembre e gennaio. La risorsa idrica che proviene dalla neve è stimata per bacino sulla base della copertura nevosa ricavata da satellite, dell’altezza del manto nevoso al suolo e sulla base della densità media del manto nevoso. Calcolata per il 31 gennaio Arpav parla di «leggera diminuzione nell’ultima decade e pari circa a 180 milioni di metri cubi nel bacino del Piave, 100 milioni di metri cubi nel bacino del Cordevole e di 150 milioni di metri cubi nel bacino del Brenta». FIUMI In calo la portata media dei corsi d’acqua con scarti rispetto ai valori medi mensili compresi tra il -16% (Boite a Cancia e Fiorentina a Sottorovei) e il -9% (Boite a Podestagno). Il giorno 31 gennaio portate inferiori alla media storica alla stessa data, con scarti compresi tra -14% (Saviner) e -4% (Padola a Santo Stefano). Sul bacino prealpino del Sonna a Feltre deflussi in leggero e temporaneo aumento a seguito degli eventi dell’8-9 e del 22-23 gennaio, ma con portata media del mese di gennaio pari al -41% rispetto al valore medio storico del mese. 

Ultimo aggiornamento: 13:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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