Micro-aziende: una su dieci sarà costretta a chiudere i battenti

Giovedì 15 Settembre 2022 di Lauredana Marsiglia
Tempi difficili per le imprese con pochi dipendenti alle prese con l'esplosione dei costi

BELLUNO - Pronti a rimodulare gli orari di lavoro e di apertura delle botteghe. La tabella di marcia sarà dettata dai costi dell’energia: dalla luce al riscaldamento. La situazione è tragica, soprattutto per le imprese. L’agenda austerity degli artigiani prevede anche la possibilità di ridurre l’orario della pausa pranzo per accorciare la permanenza in azienda, così come fornai e pasticceri potrebbero tener aperto solo mezza giornata. 
L’estrema difficoltà del momento viene denunciata da Confartigianato dopo aver realizzato un sondaggio tra gli associati. Un centinaio le aziende coinvolte nell’indagine in rappresentanza di tutti i settori dell’artigianato e della piccola e media impresa. L’esito è devastante: una micro-piccola impresa su dieci rischia di dover chiudere per effetto delle bollette dell’elettricità.

E con l’inverno alle porte spaventa il combinato disposto di luce e gas o gasolio.


AUMENTI RECORD
Le domande partono dall’analisi degli aumenti registrati nell’ultima bolletta, sia della luce sia del gas, anche se il secondo caso è meno significativo, perché i mesi estivi non richiedono un uso particolarmente elevato di metano, specialmente nelle imprese che non utilizzano questa fonte energetica per motivi produttivi. E proseguono con le strategie adottate per contenere i costi.
Risulta che il 57% delle imprese ha registrato aumenti superiori al 50% nell’ultima bolletta elettrica, e addirittura il 36% ha ricevuto un conto superiore del 100% rispetto a un anno fa. 


LE MODIFICHE IN ATTO
Quasi due artigiani su 10 hanno già attuato, o lo faranno a breve, modifiche agli orari di produzione per far fronte all’emergenza energetica, mentre 1 su 10 sta valutando la chiusura per l’insostenibilità delle bollette. Chi utilizza forme di energia alternativa (il 16,3% ha già provveduto) si indirizza principalmente sui pannelli fotovoltaici (81,3%) e sulle biomasse (18,8%).

IL COMMENTO
«Lo scenario è quanto mai preoccupante - afferma la presidente di Confartigianato Belluno, Claudia Scarzanella -. Un’impresa su 10 teme di dover chiudere a causa della bolletta elettrica, aumentata a dismisura nei mesi estivi. Cosa succederà quando si aggiungeranno i costi di riscaldamento? Già adesso gli artigiani si aspettano un significativo aumento dei consumi di gas non appena le temperature si abbasseranno. E diverse imprese hanno segnalato che già adesso l’aumento del prezzo del gasolio assume lo stesso livello di gravità del problema dell’aumento delle bollette elettriche. Le difficoltà sono trasversali a tutti i settori, e si concentrano specialmente su chi ha forni, sulla meccanica plastica e sulle imprese che per produrre fanno grande uso di energia».


TERRITORIO CHE DÀ ENERGIA 
«È inaccettabile che un territorio che ha dato tanto al Paese per la produzione di energia elettrica, anche in termini di vite umane - prosegue la presidente - debba prendere in considerazione la chiusura di attività e imprese perché non riesce a pagare bollette aumentate anche del 100% in pochi mesi. Auspichiamo un rapido ed efficace intervento dell’Ue in questo senso, per evitare il tracollo. Ricordo che le nostre imprese sono già gravate dalle difficoltà dei due anni difficili del Covid e che proprio per questo Confartigianato ha avviato la campagna regionale “Nessuna impresa chiuda”, con un’attività di assistenza alle aziende artigiane».
La presidente Scarzanella chiude con una nota di ottimismo: «Il questionario mostra anche la tenacia e la determinazione degli artigiani. Quasi il 64% dice che al momento non prende in considerazione la chiusura. Questo è il segno di una volontà precisa, di andare avanti, ma anche del timore che una chiusura temporanea possa diventare definitiva. Stringiamo i denti, certo, ma abbiamo bisogno di spiragli chiari in questa situazione».

Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 11:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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