In 12 mesi 89 artigiani e 131 commercianti hanno chiuso i battenti

Giovedì 20 Ottobre 2022 di DP
Attività chiuse a Belluno


BELLUNO - Sempre meno commercianti e artigiani tra le Dolomiti. Una piaga che coinvolge l'intera regione ma che raggiunge il suo apice in montagna. «Tra le province venete si legge nello studio elaborato dalla Cgia di Mestre - la situazione più critica in termini percentuali si è verificata in provincia di Belluno».

Un altro triste primato: tra il 2021 e il 2020 la provincia dolomitica ha perso 131 commercianti (quasi il 2% del totale) e 89 artigiani (1,43%). «Dobbiamo essere aiutati sottolinea ancora una volta il presidente di ConfCommercio Paolo Doglioni Se moriamo noi, muore tutto il sistema e ormai ci siamo vicini». Belluno non è l'unica provincia ad andare male. Seguono, in percentuale, Rovigo e Venezia ma tutte hanno segno negativo e portano alla conclusione secondo cui il deterioramento del quadro economico causato dal covid in questi ultimi due anni e mezzo ha colpito i lavoratori più fragili, quelli senza alcuna tutela, quelli privi di alcun ammortizzatore sociale. In altre parole, la parte più debole del mercato del lavoro. Ovvero, gli artigiani, i piccoli commercianti e in generale le partite iva, tanti giovani liberi professionisti che a fronte dei ripetuti lockdown e della conseguente caduta dei consumi interni sono stati costretti a gettare definitivamente la spugna. «La categoria del commercio e del turismo spiega Doglioni è stata colpita più di tutti dal covid per la chiusura, e oggi lo è per la questione energetica. È evidente che se un'attività ha un medio periodo di sofferenza e nessun futuro guadagno chiude, se può farlo».

LA RICHIESTA
Il grido di allarme dei commercianti è rivolto ai politici: «Devono aiutarci in questo periodo per non creare la desertificazione territoriale delle piccole attività che sono il tessuto indispensabile per il territorio. Altrimenti la montagna muore e se accade il danno non è solo per chi ci abita ma anche per tutti quelli che vivono in pianura». L'aumento esponenziale dei prezzi, il caro carburante e quello delle bollette potrebbero peggiorare ulteriormente la situazione economica di tantissime famiglie, soprattutto quelle composte da autonomi. Nel ricordare che anche in Veneto il 70 per cento circa degli artigiani e dei commercianti lavora da solo, ovvero non ha né dipendenti né collaboratori familiari, moltissimi stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi 10 mesi dalle bollette di luce e gas. La prima come utenti domestici e la seconda come micro imprenditori per riscaldare e illuminare le proprie botteghe e negozi. Nonostante le misure di mitigazione introdotte in questi ultimi mesi dal Governo Draghi, i costi energetici sono esplosi, raggiungendo livelli mai visti prima.

GUARDIANI DEL TERRITORIO
«Non abbiamo più tempo riflette il presidente di ConfCommercio Belluno la stagione invernale mette in seria difficoltà tutti quelli che vorrebbero aprire ma non sanno con quali costi. Se sono un piccolo albergo, ad esempio, come faccio ad affittare una stanza a 50 euro se poi il costo sarà superiore. Le bollette non sono aumentate di una percentuale, abbiamo cifre triplicate, quadruplicate». Doglioni racconta di aver parlato con il senatore di Fratelli d'Italia Luca De Carlo e di aver ricevuto garanzie: «La situazione rimane complicata conclude è come avere un macchina chiusa in garage. Finché non giri la chiave per far partire il motore rimane ferma. Speriamo che il governo parta al più presto e prenda in considerazione questo problema. In montagna siamo pochi ma siamo i guardiani del territorio e se il territorio crolla, sotto c'è la pianura. È un sistema che deve vivere altrimenti andremo verso un dramma per tutti».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci