Patelmo, l'avvocato-detective che difende 400 vittime della truffa delle criptovalute: «Non mi fermo»

Giovedì 16 Febbraio 2023 di Olivia Bonetti
L'avvocato Paolo Patelmo a Dubai

BELLUNO - «Ciao collega, voglio risarcire le parti offese». È la chiamata ricevuta ieri dall’avvocato bellunese Paolo Patelmo, deus ex machina nell’indagine a Dubai, sulla maxi-truffa delle criptovalute, organizzata dalla Nft di Silea (Tv). Al telefono c’era l’avvocato Emanuele Giullini, una delle punte di diamante nel maxi-raggiro che si basava sullo schema Ponzi. Era stato arrestato nei giorni scorsi a Dubai, città degli Emirati Arabi.

Nelle scorse ore è stato scarcerato ed è pronto a riparare quanto fatto: solo per i 400 clienti di Patelmo si parla di 40 milioni da risarcire. Intanto Patelmo non si ferma: lui che è diventato quasi detective riuscendo a portare gli inquirenti a Giullini ora punta ai pesci grossi: «Sto cercando l’ex direttore commerciale Christian Visentin: so che anche lui è a Dubai e lo troverò».

AVVOCATO-DETECTIVE
Patelmo è tornato ieri da Dubai: alle 8 era all’aeroporto a Firenze alle 9 in udienza nel locale Tribunale. Nei mesi precedenti ha fatto la spola con gli Emirati. Il suo studio bellunese nel dicembre 2015 ha ottenuto dalla Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi il titolo di “Italian Representative”. Contatti che sono stati preziosissimi per Patelmo, che ha portato gli inquirenti dritti all’appartamento di Giullini. Con uno stratagemma, un appuntamento, era riuscito a scoprire dove stava e nei giorni scorsi sono arrivate le manette.

IL LAVORO
Un’inchiesta quella di Dubai, parallela a quella italiana, che fa riferimento alla Procura di Treviso. «A gennaio - spiega Patelmo -, con la collaborazione di uno studio legale della città, ho presentato una denuncia alle autorità locali inserendo una lista di quattrocento investitori sia italiani che stranieri, cinquanta dei quali abitano lì». Racconta che negli Emirati l’azione penale non è obbligatoria, ma che se viene presentata una querela circostanziata contro qualcuno questo viene subito messo in camera di sicurezza. E così è andata per Giullini, scovato da Patelmo. Nessuna rogatoria quindi, nessun inquirente italiano arrivato fino a là: tutta opera dell’avvocato bellunese. Perché solo lei è arrivato lì? «Perché per questa operazione ci vogliono 100mila euro - spiega -: grazie ai miei clienti abbiamo investito sul caso e sono arrivati i primi risultati. Ora procederemo con Lugano, dove si sono perse le tracce di Mauro Rizzato», promette Patelmo, che chiude lanciando un messaggio a Visentin: «Ti sto cercando e ce la sto mettendo tutta». Va detto che il legale di Visentin, aveva fatto sapere nei giorni scorsi che il suo assistito si sarebbe presentato spontaneamente agli inquirenti. 

Ultimo aggiornamento: 09:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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