Sindrome post-covid, i sintomi più frequenti: percorso di recupero per 700 ex malati

Sabato 29 Maggio 2021 di Davide Piol
Sindrome post-covid, i sintomi più frequenti: percorso di recupero per 700 ex malati

BELLUNO Viene chiamata sindrome post covid e coinvolge una larga fetta di persone guarite dal virus. Stanchezza, difficoltà di concentrazione, problemi motori: l'Ulss Dolomiti ha individuato 700 ex pazienti, tra quelli ricoverati in Terapia Intensiva e in area sub-intensiva degli ospedali di Belluno e Feltre, e predisposto un precorso ad hoc. L'obiettivo è di eliminare gli strascichi della malattia e poter tornare alla normalità il prima possibile.

Da inizio emergenza sono stati scoperti 21.400 positivi in provincia e solo nella seconda ondata ci sono stati 1.280 ricoveri, di cui 180 in Terapia Intensiva. È proprio a queste persone, a coloro cioè che hanno vissuto il covid in maniera più pensante, che è rivolto questo progetto.


INFEZIONI VIRALI
«Siamo abituati al fatto che le infezioni virali soprattutto delle prime vie aree spiega il dottor Renzo Scaggiante, direttore del dipartimento di Malattie Infettive danno sintomatologia con una fase di convalescenza anche abbastanza lunga. La differenza con la nostra situazione è che abbiamo registrato un numero elevatissimo di infezioni da covid e abbiamo quindi tante persone che presentano delle difficoltà». Ad esempio a camminare, a concentrarsi, a respirare. Attività banali messe a dura prova da stanchezza, depressione e scarsa mobilità. Avere a disposizione un percorso multi-disciplinare che aiuta la singola persona a riappropriarsi della propria vita (lavorativa, familiare, sportiva) risulta perciò fondamentale: «Siamo certi che possano riprendere queste attività. Noi li aiutiamo a farlo il prima possibile».
Alcuni pazienti si sono rivolti ai propri medici di medicina generale e il percorso, nei loro confronti, è già iniziato. L'idea dell'azienda sanitaria è di coinvolgere tutti, o quasi, e strutturare in modo più funzionale tale attività. A dire il vero c'è anche una nota della Regione, la 538 del 27 aprile, in cui viene richiamata la necessità di istituire percorsi per aiutare questi pazienti. Così è stato fatto. L'Ulss Dolomiti ha ripreso in mano i nominativi di coloro che erano stati ricoverati nei reparti dell'ospedale e individuato circa 700 pazienti con problemi respiratori o di altro tipo. Poi è stato redatto un questionario che un team di operatori sottoporrà per telefono a ognuna di queste persone per poter scoprire quelle che hanno manifestato dei residui.


MIGLIORARE IL BENESSERE
Ma cosa significa? «La Regione, ma anche la letteratura scientifica chiarisce Massimo Ballotta, responsabile dell'unità operativa Recupero e rieducazione funzionale dell'Ulss Dolomiti ci dicono che il 58% dei pazienti transitati nelle Terapie Intensive o sub intensive lamenta astenia, e diverse difficoltà, come l'incapacità di riprendere le attività precedenti». Il 25% accusa anche problemi respiratori. Mentre i rimanenti hanno problemi di concentrazione: «Non si poteva pensare a un intervento mirato continua il dottor Ballotta Bisognava parlare con ciascuno di loro. Abbiamo quindi messo in piedi un percorso specifico per migliorare il loro benessere».


TEST FUNZIONALI
I passaggi sono questi. Dopo il contatto telefonico, i pazienti vengono selezionati in base alla gravità e sottoposti a una visita pneumologica e a test funzionali per valutare la loro resistenza, l'indebolimento dei muscoli, e definire se sono necessari ulteriori accertamenti. Infine viene individuato il percorso riabilitativo adatto alla persona. La presa in carico è totale. Non si valuta solo la parte respiratoria, ma vengono proposti interventi anche per ridurre le disautonomie motorie e funzionali, in generale le disabilità conseguenti alla malattia. «È un esempio di medicina attiva conclude Scaggiante Vogliamo arrivare a tutti perché, per noi, il paziente fragile è molto importante. Basti pensare che l'indice di vecchiaia in provincia raggiunge quota 228.3, contro il 172.1 del Veneto e il 173 dell'Italia». È quindi probabile che, in provincia, la sindrome post covid riguardi un numero elevato di persone.

 

Ultimo aggiornamento: 10:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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