Non solo la siccità, ora si temono pure i corvi: agricoltori allo stremo, i prezzi schizzano alle stelle

Mercoledì 8 Marzo 2023 di Claudio Fontanive
Il Bellunese alle prese con la siccità

BELLUNO - Siccità, aumento dei prezzi, cambiamenti climatici. Gli agricoltori bellunesi non si fanno mancare proprio nulla. Nonostante tutti queste problematiche che incombono sulla già difficile vita di chi sceglie coltivare la terra in montagna si cercano alternative e guarda avanti, magari elaborando una strategia che porti a produrre di più irrigando di meno, e cambiando i periodi di semina.

IL CONSIGLIO
Ieri, 7 marzo, si è tenuto il consiglio di Coldiretti Belluno, organo costituito dagli imprenditori agricoli provinciali, e suddiviso in dieci zone geografiche, con a capo un rappresentante per ognuna di esse, che dialoga con amministratori e soci per promuovere iniziative inerenti a quell'area. Inoltre, nell'organo è previsto un rappresentante per gli agriturismi, uno per le donne, uno per i giovani, i senior, e un consigliere ecclesiastico, ovvero don Robert Soccal parroco di Seren del Grappa. Il tema principale della seduta è stata la nuova elezione e il rinnovo delle sezioni: tra circa un mese si saprà quali saranno i nuovi fari che guideranno la vita dell'organismo, che ieri ha ripercorso le ultime iniziative, facendo altresì il punto sulla situazione e le iniziative future. Di particolare interesse il convegno tenutosi recentemente dove si è parlato della Pac, ovvero la politica agricola comunitaria, che consiste nell'insieme di tutte quelle politiche che l'Unione Europea ha scritto, e il futuro dell'agricoltura. È emerso il concetto che l'agricoltura bellunese è sempre stata molto attenta al territorio.

BIODISTRETTO
Si è discusso anche degli sviluppi del Biodistretto (area votata al biologico) in provincia. «La politica agricola sta andando in questa direzione ambientale - sottolinea il vicepresidente di Coldiretti Belluno Michele Nenz -. Quindi uno degli obiettivi principali delle politiche comunitarie sarà aumentare le superfici agricole. Ma vivere in montagna significa anche riconoscibilità del valore, non solo in termini produttivi ma anche economici, consapevoli che da noi lavorare la terra è più faticoso. Facciamo parte della compagine del comitato, utile anche per il marketing territoriale. Ma non siamo soltanto noi agricoltori che dobbiamo fare la nostra parte per arrivare a una provincia biologica. Sarebbe stato interessante anche coinvolgere anche gli altri settori produttivi, non da ultima l'industria». «La politica europea - continua Nenz - sta spingendo molto sulla riforma della PAC per aumentare la politica agricola. Ma la crescita deve essere omogenea. Faccio un esempio. Per l'approvvigionamento di alcune materie prime, noi dobbiamo necessariamente rivolgersi ad altri distretti. Per questo diciamo che la crescita deve essere omogenea e che richiede tempo. D'altro canto, se i consumatori italiani ed europei vorranno mangiare biologico dovranno essere disposti a pagarlo il giusto prezzo, ma anche di aspettare, perché la trasformazione di un azienda in biologica può durare anni».

SICCITÀ
Ma gli agricoltori bellunesi si trovano davanti a loro una primavera ed estate ricca di incognite. «Riguardo la siccità - afferma Nenz - la problematica c'è, guardando all'estate scorsa. D'altro canto nella nostra provincia non abbiamo la possibilità di avere sistemi irrigui come in pianura. Da noi l'acqua è difficilmente gestibile. La gravità è una legge fisica che non ci aiuta in montagna. Si irrigano le colture da reddito, altamente produttive, molto più difficile farlo sui seminativi». «Inoltre c'è anche un importante aspetto economico - prosegue Nenz -. L'estate ha creato danni importanti e il mancato raccolto dei foraggi è stato circa del 30 per cento. E questa carenza ne ha fatto schizzare in alto i prezzi. Il prezzo di tale materia prima è 20 euro al quintali, che lo scorso anno era la metà. I nostri agricoltori ne hanno dovuto acquistare da altre aree, mettendo in molti casi in difficoltà i bilanci. In molti casi i danni sono stati difficilmente quantificabili, e quindi i danni patiti alle nostre coltivazioni non sono stati pagati dal Ministero competente». «Come se non bastasse - conclude Nenz - i danni causati dai corvidi hanno portato diversi problemi alle irrigazioni».

I GIOVANI
Nonostante tutte queste problematiche gli agricoltori guardano al futuro, strizzando l'occhio ai giovani. Lo stand di Coldiretti che verrà allestito alla prossima Agrimont di Longarone, infatti, sarà allestito dai giovani imprenditori e dalle donne. Sarà un esposizione che vuole parlare alle nuove generazioni, per puntare sull'educazione alimentare e al gusto. Un bel segnale di fiducia.
 

Ultimo aggiornamento: 10:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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