CORTINA D'AMPEZZO - È lo stesso immobile di un tempo, circondato dai prati di Zuel di Sotto, all'ombra del glorioso trampolino. Ma ormai da un quarto di secolo l'ex istituto Antonelli a Cortina d'Ampezzo, in cui una volta studiavano «i figli dei Marzotto e dei Barilla» come ricorda il sindaco Gianpietro Ghedina, ospita il centro Montessori, nido-materna-primaria in cui 60 bambini vengono educati secondo il metodo della pedagogista Maria: indipendenza, libertà di scelta del proprio percorso educativo, rispetto per il naturale sviluppo fisico, psicologico e sociale. Sulla scuola pende però uno sfratto, intimato per il 30 giugno dal Comune, il quale ha sospeso l'erogazione dei contributi previsti «per effetto di segnalazioni dell'Azienda Sanitaria Locale in merito a mancate vaccinazioni», come si legge in una delibera che intende zittire le voci di paese secondo cui l'edificio servirebbe invece alle Olimpiadi Invernali.
LA SEDE
Paritario e bilingue, dal 1997 il centro Montessori è gestito dall'associazione di genitori volontari Facciamo un nido, i quali hanno sempre tenuto a rimarcare che non si tratta di una scuola «per i figli dei vip» bensì per i bimbi dei cortinesi che lavorano anche d'estate, tant'è vero che è aperta anche a luglio e ad agosto.
L'INTERROGAZIONE
O meglio, elargirebbe: due annualità, quelle del 2017/2018 e del 2018/2019, sono state sospese per le presunte inadempienze sull'immunizzazione dei piccoli alunni, a cui però l'associazione ha recentemente replicato con una nota dell'Ulss 1 Dolomiti secondo cui «sulla questione dei vaccini l'associazione Facciamo un nido ha agito correttamente ed in piena legalità». Ma tant'è, nella Conca la polemica è divampata, tanto che il capogruppo di opposizione Giorgio Da Rin ha presentato un'interrogazione di fuoco all'assessore Paola Coletti: «Facciamo presente che ci sono molte unità commerciali di proprietà del Comune, affacciate su corso Italia, che hanno un canone di locazione irrisorio se non ridicolo se confrontato con i prezzi di mercato, quindi se si vuole cerca di far cassa, si parta da queste unità, e non dai servizi». Da Rin fa presente che, in caso di chiusura e in assenza di nidi alternativi, «tutti i bimbi al di sotto dei 2 anni sarebbero lasciati a soluzioni di ripiego che non garantiscono la qualità educativa richiesta dallo Stato Italiano». Replica però Ghedina: «I residenti iscritti, in quella fascia d'età, sono solo tre».
LA CAUSA
Al di là della diatriba politica, è pendente una causa davanti al Tribunale di Belluno. L'associazione ha ottenuto un decreto ingiuntivo per la liquidazione dei 209.821,39 euro che avanza, il municipio ha fatto opposizione chiedendo il pagamento di 128.000 euro di canoni di locazione arretrati, più altri 260.000 per la precedente occupazione reputata senza titolo. Il debito della struttura è stato rateizzato, ma fra un mese e mezzo scadrà il contratto e poi la struttura verrà messa a bando. Per le necessità di Milano Cortina 2026, come si vocifera in paese? «No, troveremo un'altra soluzione», promette il sindaco Ghedina. Ci sarà lavoro per gli avvocati.