Rio Gere non è ancora sicuro: frana in strada e l'allarme non funziona

Sabato 25 Luglio 2020 di Marco Dibona
La frana finita sulla strada sr 48 a Cortina
CORTINA - Torna la paura a Rio Gere. È bastato uno scroscio d’acqua un po’ più violento, nella serata di giovedì, per scatenare il Ru de ra Graes, che scende dal monte Cristallo, e chiudere per diverse ore il transito sulla regionale 48 delle Dolomiti, che da Cortina porta al passo Tre Croci, a Misurina e Auronzo. «Erano le 22.20 – racconta Nicola Bellodis, titolare del vicino ristorante – quando ho sentito l’acqua arrivare. Ormai la conosco la “bestia”, dopo anni di esperienza. Arrivato vicino al torrente, ho visto un’auto passare sulla strada pochi istanti prima dell’irrompere dell’acqua, rapida, una secchiata violenta e immensa, che ha scavalcato il ponte, spazzato la strada, divelto i new jersey, le protezioni laterali provvisorie. Tutto è durato una ventina di minuti». 
L’ALLARME
Nel greto del torrente sono installate da anni sofisticate apparecchiature elettroniche, collegate ai semafori, per bloccare i veicoli in caso di pericolo. «Il sistema di allarme però non ha funzionato, questa volta – assicura Bellodis – e non è scattato il rosso dei semafori, a fermare le auto. Ne ho parlato con i tecnici di Veneto Strade, venuti qui, e anche loro mi hanno confermato che qualcosa non è andato per il verso giusto. I semafori si sono accesi un paio d’ore dopo, quando già erano arrivati i mezzi per sgomberare. In un paio di ore la strada era stata sgomberata, ma è stata tenuta chiusa per precauzione (riaperta ieri alle 11 ndr). Sul posto i vigili del fuoco e gli agenti del commissariato di polizia». L’assessore regionale alla protezione civile Gianpaolo Bottacin assicura che sarà istituito un servizio di controllo, con personale sul posto, nei momenti in cui ci sarà la segnalazione della possibilità di abbondanti precipitazioni. 
I LAVORI
Fra i primi ad intervenire, giovedì sera, c’era Luigi Alverà, vicesindaco di Cortina e assessore comunale alla protezione civile: «Dopo aver verificato che a Rio Gere la situazione era relativamente sicura, abbiamo percorso il torrente Bigontina, per verificare gli altri ponti, al Lago Scin e fra le case di Alverà. L’unico danno è stata la rimozione delle barriere laterali new jersey». L’acqua è scesa lungo la strada ed ha invaso lo scavo di Terna, che sta interrando il nuovo elettrodotto ad alta tensione, da 132 kV, fra Aronzo e Cortina. Ieri si sono messi al lavoro tre escavatori, nel greto dell’impetuoso rio. In mattinata i vigili del fuoco hanno completato la pulizia della sede stradale, che poi è stata riaperta al transito. Accanto a quel ponte c’è la croce che ricorda Carla Catturani, morta la notte del 5 agosto 2017, travolta da un’ondata del tutto analoga. C’è un progetto di un nuovo manufatto per superare quel tratto a rischio idrogeologico: «Il vecchio manufatto nei pressi del Lago Scin è troppo piccolo, con una luce che non consente al torrente ingrossato di passare, perciò diverrà un ponte lungo 13 metri, che costerà 850 mila euro –spiega Michele Artusato, di Veneto Strade – mentre l’intervento più importante verrà fatto più a monte, a Rio Gere, dove c’è la confluenza di due corsi d’acqua a partire da settembre. Quel ponte sarà lungo 50 metri e prevede un impegno di 3 milioni e mezzo di euro». 
Marco Dibona 
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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