"Bill", l'asso sportivo cresciuto sugli sci dei soldati americani

Domenica 15 Novembre 2020 di Marco Dibona
Bruno Alberti il pluricampione di sci di Cortina d'Ampezzo

CORTINA D’AMPEZZO - I Campionati del mondo di sci alpino Cortina 2021 e i Giochi olimpici e paralimpici invernali 2026 scaturiscono da una storia antica, che inizia con la prima gara di sci organizzata in valle, a Carnevale del 1901. Da allora è un susseguirsi di eventi e di personaggi, con ininterrotta continuità. L’esperienza organizzativa di Cortina porta i Mondiali di sci 1941 sulla Tofana, ma c’è la guerra e la Federazione internazionale declassa quelle gare, perché non hanno potuto partecipare gli atleti di molte nazioni. Nel 1956 si disputano i VII Giochi olimpici invernali, ai quali non può partecipare il giovane Bruno Alberti “Nito”, nel soprannome ampezzano di famiglia, che tutti chiamano “Brill”.

Si fa male dieci giorni prima delle gare olimpiche e salta l’appuntamento più importante. L’anno precedente, sul Faloria, a vent’anni, conquista il suo primo titolo italiano, davanti a Zeno Colò, la gloria dello sci italiano dell’epoca. Terzo è l’altro ampezzano Albino Alverà “Boni”. 


SEI TITOLI ITALIANI
Il piccolo Bruno Alberti recupera il primo paio di sci dai soldati americani, in vacanza a Cortina nell’immediato dopoguerra, all’hotel Miramonti. Quel ragazzino, nato nel 1934, prova quelle lunghe assi, ben più alte di lui; abita a Zuel, vicino al trampolino, per cui è naturale cominciare con il salto. E’ una formazione preziosa, che gli tornerà utile quando passerà alla discesa libera: «Ero avvantaggiato sui salti: dove gli altri frenavano, io volavo». Per tutti diventa presto il “Brill”. Sei volte campione italiano, dodici anni in nazionale, concorrente a tre Olimpiadi e tre Mondiali, più volte vincitore del trofeo “Ilio Colli”, la gara internazionale sulla pista Olympia della Tofana, che poi fu accorpata nel circuito di Coppa del mondo, dal 9 febbraio 1969. Vince otto gare internazionali Fis di discesa libera, quelle che poi diverranno tappe della Coppa del mondo, quando nasce il nuovo circuito, creato nel 1967. Si cimenta pure con il chilometro lanciato; nell’estate del 1964 scende a 174 chilometri all’ora. Prosegue con il Kl sino al 1968. Lasciato l’agonismo diventa allenatore: nel 1966 è il tecnico di Giovanni Dibona, che si laurea campione italiano di slalom. 


LA CARRIERA DI ALLENATORE
Lo stesso anno Alberti porta il gardenese Carletto Senoner a vincere l’oro ai Mondiali di Portillo, in Cile. «Quella volta partimmo in aereo da Cortina, dall’aeroporto di Fiames, per raggiungere Milano e da lì volare in Sudamerica», ricorda “Brill”. Allena anche i ragazzi della Scuderia Franchetti, la squadra delle giovani promesse dello Sci club Cortina. In seguito mette la sua esperienza di atleta e di tecnico a servizio del suo paese, nell’organizzazione dei maggiori eventi. Per venticinque anni è direttore di pista delle gare di Coppa del mondo sulla pista Olympia delle Tofane. Quando Cortina riallaccia i rapporti con la Fis internazionale, si occupa della preparazione del tracciato. Sabato 3 febbraio 1990 c’è il simbolico passaggio del testimone fra campioni: c’è la prima vittoria di Kristian Ghedina, sulla Tofana, mentre “Brill” è direttore di gara. 


ANCORA IN “PISTA”
Oggi Alberti continua a seguire con profonda attenzione i grandi eventi sportivi nella sua Cortina; spesso in compagnia dell’amico Giovanni Dibona assiste alle gare di Coppa del mondo sulla Tofana. Nel marzo 2019 ha seguito la disputa dei campionati italiani Assoluti sulla rinnovata pista Druscié A. In ogni occasione ufficiale indossa lo storico maglione dello sci club Cortina, fondato nel 1903: «Io ho sempre gareggiato con questo. Non sono entrato nei corpi militari, non ho vestito una divisa, ma ho portato lo stemma del nostro sodalizio sulle piste di tutto il mondo. Per tanti anni il nostro club è stato ai vertici nazionali, è stata la società più forte d’Italia». 
 

Ultimo aggiornamento: 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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