Dalla basilica di S.Ambrogio a quella di Cortina: Mirko, nuovo sacrestano di 35 anni, ha sbaragliato 720 candidati

Lunedì 29 Marzo 2021 di Marco Dibona
Mirko Tonelli, 35 anni, il nuovo sacrestano

CORTINA - La solennità della domenica delle Palme, con l’apertura della Settimana Santa, ha visto l’inizio dell’attività del nuovo sacrestano della parrocchia dei santi Filippo e Giacomo, a Cortina. È Mirko Tonelli, lombardo di Regoledo di Cosio, nato a Morbegno 35 anni fa. È stato scelto fra 720 candidati che hanno inviato le richieste al parroco don Ivano Brambilla, dallo scorso autunno. 
LE SELEZIONI
«Ho saputo di questa opportunità leggendo in internet un articolo de Il Gazzettino e ho inviato una mail alla parrocchia – raccontava Tonelli nella sua prima fase di lavoro a Cortina, nei tre giorni trascorsi nella conca, a inizio marzo – e così ho inviato una mail, ma non mi hanno risposto subito. Allora ho tessuto nuovi contatti e sono venuto qui a metà dicembre, per parlare con il parroco. Sono tornato di nuovo il 7 gennaio, per un colloquio con altre persone, che mi hanno valutato. Ho saputo a quel punto che c’era stata una progressiva scrematura dei candidati, sino a tre persone. In quei giorni mi hanno visto al lavoro, sono stato più volte in chiesa: sono orgoglioso di essere stato scelto fra tutti quei candidati, per me è gratificante». L’orientamento della parrocchia è stato chiaro: scegliere una persona che avesse già lavorato come sacrestano, come dipendente, per cui dalla marea di lettere, che pure sono state tutte lette, si era scesi a una decina di candidati. 
LA SFIDA
«Sono consapevole che questa comunità si aspetta tanto dal nuovo sacrestano – aggiunge Tonelli – e spero di rispondere a questa attesa. Sono stato sei anni nella parrocchia di Sant’Ambrogio, a Milano, come volontario, lavorando molto nei fine di settimana con il servizio all’altare e la preparazione della messa. Mi ha insegnato molto, ho imparato da persone più vecchie ed esperte di me: lì la liturgia è complessa, tutti guardano a quelle celebrazioni, venivano vescovi, cardinali». In Ampezzo ci sono tradizioni religiose consolidate, riti particolari, con l’impiego di suppellettili preziose. «Sono giovane, ma amo molto le cose antiche, mi affascinano - dice -. Ho visto che ci sono molti oggetti di valore in sacrestia: la mia idea è che queste cose debbano uscire dagli armadi ed essere usate. Però bisogna averne molta cura. Ho seguito un corso specifico, per imparare come trattare questi oggetti, come pulirli e conservarli». La formazione di un sacrestano, che lo faccia di professione, può essere complessa. «Nella mia diocesi, a Como - prosegue Mirko Tonelli -, ho seguito diversi corsi di formazione, per quanto riguarda la liturgia, oppure per l’ornamento degli altari, per la disposizione dei fiori, ma anche per il canto liturgico. Ho avuto modo di far vedere queste capacità a chi mi ha scelto, qui a Cortina. Avevo sentito parlare molto di questi luoghi da un prete originario di Longarone, che ho conosciuto a Milano, in Sant’Ambrogio. Adesso sono qui, a lavorare e a vivere». 
IL LAVORO
Sui motivi che l’hanno indotto a scegliere di fare il sacrestano, Mirko spiega: «Vengo da un’esperienza personale di fede, che ritengo indispensabile per chi fa questo lavoro. Sono nato e cresciuto in questo modo, per cui questa opportunità è il massimo, per me. Dal 2019 ho lavorato come sacrestano a Lecco, la mia città, per un periodo, ma c’erano problemi con l’alloggio, che dovevo pagarmi e i conti a fine mese non tornavano. Ora sono qui, in un bel posto, dove mi danno anche la casa, a fare un lavoro che mi piace: per me è il massimo. Di questi tempi, una opportunità di lavoro così è straordinaria. Inoltre ammiro molto questa chiesa parrocchiale, la basilica minore dei santi Filippo e Giacomo. Cortina è bellissima: è una località cosmopolita, ma è anche un paese, molto attaccato alle sue tradizioni. So che pure qui ci sono problemi, come da noi, perché ci sono pochi preti, che devono seguire diversi paesi, così nascono le comunità parrocchiali». 

 

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