Mezzo secolo del rifugio Giussani: festa grande a 2600 metri di quota

Lunedì 20 Giugno 2022 di Marco Dibona
La festa al rifugio Giussani per il mezzo secolo di fondazione

CORTINA D'AMPEZZO - A forcella Fontana Negra, a quasi 2.600 metri, sulla Tofana, da cinquant’anni c’è il rifugio Camillo Giussani, ad accogliere gli alpinisti che salgono le pareti vicine; gli escursionisti che seguono la via normale verso la cima della Tofana di Rozes, oppure alla Tofana di Mezzo e alla Tofana Terza; gli appassionati che percorrono le vie ferrate Lipella, Punta Anna, Sciara del Menighel. Quel rifugio è lì da mezzo secolo: fu inaugurato il 10 settembre 1972, quando sostituì la struttura precedente, distante poche centinaia di metri, ormai obsoleta. Ieri, 19 giugno, è stata sottolineata la ricorrenza, con una festa bella, calda, accogliente come un rifugio alpino. Vi ha partecipato molta gente, in buona parte paesani, a seguire la messa celebrata dal sacerdote sudamericano Nestore Guerrero. Poi ci sono stati i discorsi, brevi come si conviene in montagna, e il pranzo rustico in musica. Hanno organizzato i gestori e la sezione di Cortina d’Ampezzo del Club alpino, che ne è proprietaria. A curare il rifugio è la stessa famiglia, da mezzo secolo: prima Vittorio Dapoz e la moglie Aurora Lancedelli, sino al 2010; poi il figlio Luca Dapoz, che è lassù da cinquant’anni e vi ha portato la moglie Mirella Santuz. Collabora con lui la sorella Paola. «Allora il Giussani fu costruito anche con il contributo della banca Comit di Milano – ha ricordato Luigi Alverà, presidente del Cai Cortina – in un legame forte del nostro territorio con il capoluogo lombardo: altri interventi riguardarono la ferrata Lipella e la galleria elicoidale del Castelletto. All’epoca il Cai Cortina era presieduto da Luigi Menardi “Malto”; quassù lavorò l’impresa De Rigo. Oggi, come allora, è importante trovare un rifugio in montagna, con una porta aperta ad accoglierci e con persone esperte, che possono darci preziose indicazioni». Sulla festa di ieri, Alverà commenta: «Una grande occasione per incontrarci, nel rifugio più giovane dei tre che abbiamo in valle, come Cai Cortina. Un modo anche per rendere omaggio a chi ha finanziato quest’opera cinquant’anni fa e chi ne ha seguito la costruzione. Avremo tre feste, in questa estate, e saranno opportunità per valorizzare i nostri rifugi, per ricordare il lavoro fatto da molti, non soltanto per costruirli, ma anche per la costante manutenzione. L’impegno della nostra sezione è gravoso: ogni anno ci sono interventi da fare, in ogni nostra struttura. Abbiamo qualche amico sponsor che ci dà una mano, ma il grosso del lavoro è fatto dalla sezione, utilizzando tutte le risorse disponibili». Sulla funzione del rifugio alpino oggi, soprattutto a 2.600 metri, in un ambiente severo, aggiunge: «Bisogna capire che la montagna va affrontata seriamente. Ci si deve preparare. Nei rifugi si possono trovare i consigli giusti, come dalle guide alpine, a fondovalle, che hanno la preparazione giusta per accompagnare chi non sa, ma anche per consigliare chi è preparato». 

Alla festa è intervenuta anche la pronipote del fondatore

Alla cerimonia è intervenuta Cristina Giussani, pronipote di Camillo. Partecipò alla cerimonia di inaugurazione, cinquant’anni fa: «Allora avevo dieci anni e tagliavo il nastro. Quest’anno ho voluto realizzare la ristampa anastatica del notiziario Comit nel novembre 1972, che riportava la cronaca di quella giornata». Cristina Giussani, libraia a Venezia, ha portato anche un altro dono prezioso: il libro “Chiacchiere di un alpinista”, scritto nel 1931 dal bisnonno. Ha distribuito questa ristampa, in buon numero di copie, a chi è interessato di cose di montagna. E ieri, su al Giussani, ce n’erano molti. Il Cai Cortina ha già previsto altre due feste, durante questa stagione, a coinvolgere gli altri due rifugi di sua proprietà. Il 10 luglio si salirà ai 2.575 metri del Nuvolau, per i 140 anni del sodalizio, che fu fondato nel 1882, quando Ampezzo era Austria, e passò al Cai italiano, dopo la Prima guerra mondiale. Quel rifugio ha quasi la stessa età: fu inaugurato nell’agosto 1883. La lunga e bella estate si chiuderà il 2 ottobre, al rifugio Gianni Palmieri alla Croda da Lago, per ricordare i 150 anni dalla prima salita al Becco di Mezzodì, che si specchia in quell’azzurro. 
 

Ultimo aggiornamento: 17:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci