Traffico sparito: nella Fase due ancora fermi in quattro su dieci

Giovedì 7 Maggio 2020 di Andrea Zambenedetti
La ripresa è ancora timida sul piano del traffico
La Fase due consente a 88 lavoratori su 100 (dati della camera di Commercio) di tornare al lavoro ma il monitoraggio del traffico, effettuato usando lo strumento di Enel X Here, rivela che i livelli “normali” sono ancora distanti. Lunedì, il primo giorno senza l’obbligo di rimanere nel proprio comune, ufficialmente la fine del lockdown, i dati dicono che c’è stato il 37 per cento in meno di traffico rispetto a gennaio. Il 23 per cento in più rispetto alla settimana precedente. Se si scende nel dettaglio e si analizzano i chilometri percorsi si scopre che la diminuzione in provincia, sempre paragonata a gennaio, viaggia costantemente sopra il trenta per cento .
LO STRUMENTO
A sviluppare la tecnologia è stata Enel X, controllata di Enel e specializzata in prodotti innovativi, e Here Technologies, multinazionale dei servizi di dati geografici e di mappatura. Il programma stima la variazione degli spostamenti e dei chilometri percorsi dai cittadini sul territorio nazionale, regionale, provinciale e comunale. City Analytics monitora gli spostamenti grazie ai dati raccolti da veicoli connessi, mappe e sistemi di navigazione.
LE VARIABILI
È bene sgomberare subito il campo dai fraintendimenti: per la provincia di Belluno gennaio è stato un mese in cui il turismo è andato alla grande. Nessuno si sarebbe aspettato che i transiti all’interno del territorio potessero avere in questi giorni un volume pari a quello dei giorni delle vacanze sulla neve. Fatta questa precisazione, che non può diventare l’unica spiegazione, rimane comunque una drastica contrazione che probabilmente ha più di una ragione. Confindustria lo ha detto chiaramente lo scorso fine settimana. «Non basta riaprire le fabbriche per decreto - aveva detto il direttore Andrea Ferrazzi - per fare in modo che tutto riparta». Il suo omologo della Confartigianato, Michele Basso, aveva anche spiegato come si fossero verificate anche delle rotture di stock nelle forniture di materie prime industriali come pitture e vernici. «L’altro elemento, che sicuramente incide - spiega il presidente della provincia Roberto Padrin, interpellato proprio su questa dicotomia - è lo smart working. Una modalità nuova che consente ai dipendenti di rientrare al lavoro senza andarci fisicamente». Tradotto: la loro auto non si sposta dal garage ma la produttività rimane invariata.
LE CERTEZZE
Rimane comunque la conferma, che deriva da questi numeri, che la ripresa dopo il lockdown non potrà essere istantanea ma sarà lenta e progressiva. Una risalita che riparte dopo un tracrollo del Pil provinciale senza precedenti. Confapi ha stimato che si aggiri attorno agli 82miloni di euro. L’assenza del turismo dalla lista delle attività autorizzate, così prolungata nel tempo, penalizzerà ulteriormente la situazione. A complicare le cose, inoltre, quello che succederà fuori dai confini nazionali. Con un doppio riflesso sia sugli arrivi in provincia che sulla produzione industriale costretta a procedere a scartamento ridotto, per garantire l’applicazione dei protocolli sanitari, e per consentire l’approvvigionamento di materie prime e la possibilità di esportare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci