Bellunese, la giornata più nera dall'inizio dell'emergenza: quattro morti

Martedì 31 Marzo 2020 di Olivia Bonetti
Medici al lavoro in un reparto per pazienti Covid-19 positivi

BELLUNO - Dopo i 90enne e gli 80enni ora il covid-19 uccide anche i 70enni. La giornata di ieri è segnata ancora una volta da lutti e volti di persone che non vedremo più a causa del virus. Il bilancio è tra i più pesanti di questi giorni di emergenza: 4 morti in 24 ore, comprendendo due decessi nelle case di riposo, così il totale delle vittime da coronavirus in provincia arriva a 21 persone.

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Si è spento per sempre il sorriso di Carlo Grones, 76 anni di Livinallongo del Col di Lana morto all’ospedale San Martino di Belluno, dove era finito in terapia intensiva dopo che si era aggravato a causa del coronavirus. Addio anche a Serenella De Bortoli, 72 anni, che era ricoverata nella Terapia Intensiva covid Belluno, dopo l’inspiegabile contagio avvenuto a casa a Pedavena, dove abitava. Entrambi i decessi sono stati comunicati ieri con una nota dalla Usl1 Dolomiti che comunica le morti causate dal virus che avvengono negli ospedali. «Sono in corso gli accertamenti per stabile le cause dei due decessi da parte dell’Istituto Superiore di Sanità – afferma l’Usl - La Direzione Generale porge le condoglianze alle famiglie». Intanto la giornata di ieri segna anche un aumento, pur rallentato, dei positivi con un numero che è arrivato a quota 425, con 8 casi gravissimi. 
LA STRAGE
Ma prosegue anche la strage silenziosa degli anziani ospiti delle case di riposo. Dopo i due decessi per covid tra venerdì e sabato nella struttura di Puos d’Alpago (dove tra operatori e ospiti sono 35 i contagi) domenica notte una donna di 82 anni di Val di Zoldo è deceduta per il coronavirus nella casa di riposo “Villa don Gino Ceccon”, di Santa Croce del Lago, sempre in comune di Alpago. È la stessa parrocchia trevigiana di Santa Lucia di Piave, che gestisce la struttura, a comunicare i decessi, nella massima trasparenza. Spiegano che la 82enne zoldana deceduta era positiva al covid-19. Comunicano anche un altro decesso, un uomo di 85 anni dell’Alpago, per il quale però non c’è ancora certezza della positività: il tampone a cui era stato sottoposto per la sintomatologia sospetta ha dato un esito indeterminato. E i gestori di “Villa don Gino Ceccon” fanno anche un quadro dell’emergenza nella loro casa di riposo: «Dei tredici tamponi fatti 7 sono ospiti positivi, già isolati. Ci sono poi 10 positivi tra i dipendenti: due infermieri, sei oss un addetto alle pulizie e un coordinatore». «Oggi il direttore, Marco Sossai – proseguono – ha incontrato la direzione Usl 1 Dolomiti che ha validato la modalità con cui la casa si sta muovendo». Chiesti i tamponi per tutti gli ospiti. C’è poi una situazione critica dal punto di vista del personale, sempre meno numeroso, proprio per le quarantene e isolamenti, e si è provveduto a due nuove assunzioni e i gestori si stanno attivando per integrare il servizio con una cooperativa». «Abbiamo riattivato – proseguono da “Villa Ceccon” - la collaborazione con la protezione civile per alcune attività esterne». «Lo sforzo – conclude la struttura - che stiamo chiedendo ai dipendenti è grande ma stiamo trovando grande collaborazione, infermieri che hanno dato la disponibilità anche a dormire nella struttura se necessario». Nessuna comunicazione dalla casa di Riposo di Puos d’Alpago, dove i lutti non si fermano: dopo i due decessi per coronavirus ieri un’altra morte, ma in un ospite negativo che non aveva contratto il Covid 19.
IL NUOVO SEGNALE
Dopo le morti degli ultraottantenni i due pazienti deceduti all’ospedale di Belluno per coronavirus hanno poco più di 70anni.

Carlo Grones detto “Carlo Losc” era del 1944, aveva compiuto 76 anni il 23 gennaio scorso. Per anni imprenditore con propria ditta edile (prima della pensione) era residente a Livinallongo: è la prima vittima dell’Agodino. Lascia nel dolore la moglie Christina, i figli Arthur, Simon e Manuela, ai quali va il messaggio di cordoglio del sindaco Leandro Grones. Restano così 4 i casi positivi a Livinallongo: nessuno dei contagi è avvenuto nella casa di riposo, che sembra una delle poche strutture “immuni” in provincia. «È stato fatto il tampone a tutti i dipendenti e sono tutti negativi», sottolinea il sindaco Grones. Poi l’età si è abbassata ancora: ieri è morta Serenella De Bortoli, 72 anni di Pedavena, ricoverata nella Terapia Intensiva a Belluno. Non è la prima vittima per coronavirus a Pedavena, paese che come l’Alpago sta pagando caro il prezzo del contagio. Lascia nel dolore il marito Giovanni Mazzucca, il figlio e tutti i famigliari.

Ultimo aggiornamento: 08:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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