«Mio figlio di 21 anni multato a 330 metri da casa: serve il buon senso»

Mercoledì 8 Aprile 2020 di Olivia Bonetti
A passeggio
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ALANO DI PIAVE - «Mio figlio multato a 330 metri da casa: serve un po' di buonsenso nell'applicare le regole». Era stata proprio lei, la mamma, a dire al figlio di 21 anni di portar fuori il cane, un modo di respirare un po' d'aria anche per il giovane da giorni chiuso in casa. «Mio figlio - racconta Lorenza Segato di Fener - non esce mai da circa un mese, neanche per fare la spesa, avevo insistito io perché portasse almeno fuori i cani. Gli avevo detto muoviti vai al Piave, ma mai avrei pensato che per questo mio figlio sarebbe stato trattato come un delinquente».
LA MULTA
«Giovedì scorso - racconta Segato - i carabinieri di QueroVas hanno visto dalla strada mio figlio che stava sul greto del fiume Piave con i nostri due cani, quindi si sono premurati di andare da lui per avvisarlo del fatto che era sicuramente oltre i 200 metri previsti dalla norma e che si sarebbero riservati di verificare a che distanza era effettivamente. E fin qui mi pare corretto. Il venerdì sera si sono presentati a casa nostra per notificare il verbale di accertamento violazione articolo numero 3 dell'ordinanza del Presidente della Giunta Regionale Veneto numero 33 del 20/03/2020, con relativa sanzione di euro 280,00 se pagati entro il 31/05/2020 portati a 400,00 se pagati dopo tale termine. Sul verbale era scritto che mio figlio si trovava ad 1 chilometro da casa».
LE REGOLE
«Quella riportata - sottolinea la mamma di Fener - non era la distanza effettiva ed ho chiesto ai carabinieri come avessero misurato quell'incredibile distanza, visto che per scendere al Piave esiste di fronte a casa nostra una gradinata che ci porta direttamente al Piave e che quindi al massimo mio figlio poteva essere ad una distanza di circa 350 metri. Mi è stato risposto che loro conoscono bene il territorio. Verificando poi con Googol Maps e con la App che verifica il raggio di 200 metri da casa ribadisco che la distanza era di circa 330 metri».
L'APPELLO
«Io ammiro il lavoro che polizia e carabinieri stanno facendo per far rispettare le norme anti-contagio - prosegue la mamma di Fener -, sono consapevole che esistono parecchi furbetti che in vari modi cercano di eludere tali norme che è giusto vengano rispettate per cercare di ridurre il più possibile il contagio. Mi è sorta però una domanda che ho rivolto ai carabinieri e che voglio porre in questa sede visto che loro hanno ribadito che stavano facendo il loro dovere. Non dovrebbe esistere una sorta di buon senso nell'applicazione di questa norma? E' un po' diverso passeggiare per le vie del centro di una città che fare un sentiero che porta al Piave, completamente deserto o no?». E conclude: «Faremo opposizione a questo accertamento, auspicando di trovare un po' di buon senso: ho letto parecchi articoli sull'applicazione di questa norma, quello che ne è uscito è il caos totale. Ho letto anche che il governatore Zaia auspica un'applicazione con buon senso, viste le proteste di parecchi cittadini per multe alquanto discutibili. Siamo per la protezione del cittadino o per cercare un qualsiasi pretesto per spillargli un po' di soldi? Queste regole applicate in maniera selvaggia è diventato una stangata per gli italiani».
Olivia Bonetti
Ultimo aggiornamento: 13:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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