BELLUNO - Non servono molte parole per capire che cosa ci attenderà nelle prossime settimane: basta un grafico dell’andamento del virus per capire come la diffusione si stia intensificando.
L’ANDAMENTO
Il grafico pubblicato qui racconta una storia a due facce per Belluno. Si tratta di linee che mostrano l’andamento del contagio nelle sette province venete e in regione, settimana per settimana, dalla fine di maggio (ossia da quando c’è stata la grande riapertura) fino a ieri. Naturalmente non si tratta di valori assoluti ma del numero di nuovi positivi ogni centomila abitanti, quindi il dato di riferimento è lo stesso per tutti. E Belluno, dopo essere scesa al minimo alla fine di giugno, così come tutte le altre province, come tutte è poi risalita. Ma, se Verona è diventata un fenomeno nazionale e non solo veneto, tanto da passare dai 2,71 positivi ogni centomila abitanti nella settimana 21-27 giugno ai 141,82 per centomila abitanti nella settimana finita ieri, non in tutte le province è andata così male. Anche a Treviso il contagio ha subito una brusca impennata (è l’unico territorio, insieme a Verona, a stare al sopra della media veneta), ma siamo su livelli normali per la diffusione del virus in Italia; e anche Venezia si è alzata parecchio in questi ultimi sette giorni, ma restando ancora sotto la media regionale. Belluno, invece, a prescindere dal numero di abitanti, va molto meglio: nella settimana appena conclusa i nuovi positivi sono stati 42 per centomila abitanti, ancora al di sotto del vecchio criterio che una volta serviva per far passare le regioni da bianche a gialle. Meglio ha fatto soltanto Rovigo, ferma a 30 nuovi positivi per centomila abitanti.
LA PRECAUZIONE
Ma non è tutto oro quel luccica: se oggi Belluno è a 42, la settimana scorsa era a 20, il che significa che in pochi giorni il numero dei nuovi positivi è più che raddoppiato: potrebbe essere stato un dato occasionale, ma se sarà confermato anche nelle prossime settimane la situazione potrebbe diventare preoccupante. Accanto alla variante Delta, molto più contagiosa, una parte importante ce l’ha la minor attenzione posta nell’uso di quelle precauzioni (lavaggio delle mani, mascherine e distanziamento) che erano diventate parte integrante della nostra vita fino alla primavera scorsa: non è un caso che gli ultimi contagi siano stati provocati da feste in locali pubblici e non è un caso che, come ha ammesso in passato anche l’Ulss, ci sia chi non racconta tutta la verità quando viene convocato come contatto di un altro positivo. Con l’obiettivo, naturalmente, di cercare di evitare di essere messo in isolamento.
IL PERICOLO
Se essere positivo può essere alla fine una seccatura senza troppe conseguenze, il rischio maggiore è quello di finire in ospedale. Dopo alcune settimane in cui non c’era un solo ricoverato per covid in provincia di Belluno, la settimana scorsa ne sono entrati 4. Due di loro erano molto giovani, 27 e 28 anni, età che non si erano quasi mai viste durante le prime ondate. Con l’aumento dei contagi, il rischio è che quel numero aumenti e per questo è importante sia prendere le precauzioni (per evitare il contagio), sia vaccinarsi (per evitare le conseguenze gravi del virus).