​L'imprenditore d'abbigliamento: «Quasi cent’anni di attività, ma non so se ci arriviamo: schiavi di Equitalia»

Sabato 25 Aprile 2020 di Alessia Trentin
Lo sfogo di Alvise Bortolini titolare dei negozi Maja Dress e Blue Dress a Linea Notte Rai
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BELLUNO - La sua azienda ha quasi cent’anni, ma al secolo di attività non lo sa se ci arriverà. Vuole essere scaramantico e non ci crede davvero a quest’affermazione Alvise Bortolini, ma è fermamente convinto quando spara a zero contro Equitalia. L’ha fatto giovedì notte davanti a milioni di italiani dal programma “Linea Notte” condotto da Maurizio Mannoni e non ha problemi a ripeterlo, quando viene contattato telefonicamente.

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La sua famiglia è proprietaria di cinque negozi in provincia sotto il nome di Maja Dress e Blue Dress e in passato firmava anche una linea di abbigliamento. Una storia gloriosa di imprenditoria bellunese che oggi è in ginocchio per la crisi causata dal Coronavirus. La sua è una storia tra tante quando viene raccontata agli schermi Rai, ma per i bellunesi la storia di uno dei negozi di abbigliamento più noti in provincia. 

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IL TITOLARE
«Rappresento un’azienda con quasi cento anni di storia – dice -, ma non lo so a questo punto se ai cento anni ci arriveremo. Lo dico per scaramanzia, certo, riapriremo non appena sarà possibile farlo ma sarà dura». E poi via con le accuse a Equitalia. «Penso di parlare a nome di  un’intera categoria – dice di tanto in tanto, fermandosi e quasi temendo di essere stato troppo duro -, non solo come Alvise Bortolini». Perchè sospesi nell’incertezza di capire come organizzarsi dall’oggi al domani, con i magazzini pieni di merce che verrà esposta chissà quando, oggi i commercianti si sentono addosso il peso delle tasse e di un sistema ingiusto. «Non voglio fare ragionamenti importanti di macro economia – dice -, io parlo dalla trincea e spiego cosa succede, per noi, tutti i giorni. Il sistema Equitalia funziona che quando un’azienda si deve autofinanziare in un momento di crisi ed è costretta a omettere versamenti iva, si rivolge ad Equitalia e viene sanzionata del 30% con l’8% di commissioni. Cosa vuol dire questo? Vuol dire tenere al guinzaglio le aziende e renderle schiave di lusso fino a quando ce la faranno». Per i Bortolini i tempi d’oro del commercio erano terminati una decina di anni fa, come per tanta parte della categoria. «Gli ultimi anni di vita per la nostra azienda non sono stati semplici – dichiara -, abbiamo combattuto con le unghie e con i denti per salvare la ditta e i posti di lavoro dei nostri dipendenti che hanno sofferto insieme a noi. Cosa ci può salvare ora? Non mi rivolgo alla politica, verso la quale sono piuttosto scettico, ma penso si debbano operare subito cambiamenti drastici. Non finanziamenti che si rivelano debiti, ma finanziamenti a fondo perduto come sta avvenendo in Germania e, dopo la fine del lock down, la sospensione per un periodo di tutto il sistema vessatorio di tassazione che non potrà essere rimesso in opera dieci giorni dopo la riapertura delle attività. Siamo un malato uscito dalla terapia a cui non si può di certo chiedere di correre una maratona». 

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Immagini forti per descrivere una quotidianità pesante, fatta di lavoro da casa per far quadrare i conti, di chiamate con i fornitori, di contatti tra colleghi per capire, riflettere, farsi coraggio. «Viviamo nell’incretezza totale – prosegue -, consapevoli che con la riapertura avremo comunque un’operatività ridotta nei negozi. Ci sono tante cose da fare lo stesso in questo momento, parlo della gestione amministrativa di un’azienda ferma, ma anche delle consegne a domicilio che abbiamo iniziato a fare per continuare a essere presenti e tenerci un pochino attivi. Che dire? Mi auguro, e anche qui penso di poter parlare per tutta la categoria, che quando tutti potremo riaprire i bellunesi dimostrino di avere a cuore la loro città e le sue botteghe, che la frequentino e scelgano di acquistare qui piuttosto che fuori provincia».
 

Ultimo aggiornamento: 09:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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