Mezzi strapieni ma Dolomitibus nega: «Per noi è tutto regolare»

Domenica 20 Settembre 2020 di Davide Piol
Mezzi strapieni ma Dolomitibus nega: «Per noi è tutto regolare»

BELLUNO Studenti ammassati dentro i mezzi pubblici o lasciati per strada. A una settimana dall'inizio dell'anno scolastico, diverso da tutti gli altri a causa dell'emergenza sanitaria da Covid-19, sono emersi i primi malumori e le prime contraddizioni. Da una parte ci sono i dati e le rassicurazioni dell'azienda che gestisce il trasporto pubblico in provincia, cioè la Dolomitibus, secondo la quale non è mai stata superata la capienza massima dei mezzi fissata all'80%. Dall'altra spuntano le foto inequivocabili di uno studente in cui si vedono con chiarezza ragazzi in piedi e stipati contro le porte degli autobus. Solo Palazzo Piloni ha ammesso di aver ricevuto la segnalazione di «qualche malcontento» aggiungendo poi che, insieme a Dolomitibus, aggiornerà «il tavolo provinciale, a ridosso dell'inizio di ottobre, per ritarare il servizio in base alle nuove esigenze che dovessero emergere».

LA SEGNALAZIONE
Il disservizio è stato segnalato alle Forze dell'ordine da Erik, il padre di una ragazza che frequenta il Liceo scientifico Dal Piaz di Feltre e che, per due giorni di seguito, è rimasta fuori dalla corriera perché non c'era posto. Le foto parlano da sole. Tutti gli studenti hanno la mascherina indossata correttamente ma si trovano a mezzo metro, forse meno, di distanza tra loro. «Quale 80% di capienza massima? chiede il papà Erano al 110%. Mia figlia mi ha raccontato che non c'era spazio per nessun altro a bordo del mezzo». Impossibile, quindi, rispettare le distanze di sicurezza imposte dai decreti anti-contagio. Erik abita a San Gregorio nelle Alpi. Per tornare a casa la figlia deve salire sulla corriera per Belluno e poi cambiare a Santa Giustina. Tuttavia, non trovando posto nel primo mezzo, la ragazza ha dovuto aspettare il secondo e ha perso la coincidenza.

IN SETTE A TERRA
«Sono rimasti a Santa Giustina in sette continua Erik È scorretto lasciare a piedi ragazzi che hanno regolarmente pagato il biglietto. Inoltre la maggior parte dei genitori lavora: chi può andare a recuperarli ogni giorno?». Dolomitibus nega assembramenti e disagi agli studenti. «La prima settimana è andata bene spiega il presidente Andrea Biasiotto Da quello che so io non è mai stato superato il limite previsto per legge. L'80% della capienza significa che tutti i posti a sedere sono occupati e che alcuni studenti rimangono in piedi». Le foto però mostrano una situazione diversa in cui il mezzo è talmente pieno che non c'è spazio per altri ragazzi.

LA REPLICA
«Impossibile che l'autista abbia detto di no a qualcuno, non è suo compito chiarisce Biasiotto Forse era davvero troppo pieno.

Noi monitoriamo la situazione ogni giorno. Abbiamo aggiunto diverse corriere e siamo pronti ad aumentarle ancora in caso ce ne fosse bisogno». I numeri. Per la prima settimana di scuola Dolomitibus ha aggiunto 31 autobus alla flotta solitamente in uso in questo periodo e messo in campo 12 operatori, posizionati sulle fermate più frequentate, per monitorare la distribuzione dei passeggeri. Escluso il primo giorno di scuola, solitamente non indicativo, sono state effettuate 2.685 corse pari a 24.418 chilometri, che comprendono 31 corse aggiuntive (31 bus in più, pari a 743 chilometri) dovute alla riduzione della capienza degli autobus. Per Palazzo Piloni, la percentuale di carico degli autobus sulle direttrici principali in entrata a Belluno dal 14 al 18 settembre è stata in linea con quanto previsto dalle norme di distanziamento: Sinistra Piave (Feltre-Mel-Belluno) 48,91%; Destra Piave (Feltre-Sedico-Belluno) 58,28%; Alpago (Alpago-Ponte nelle Alpi-Belluno) 56,33%; Cadore (Cadore-Ponte nelle Alpi-Belluno) 57,50%; Agordo (Agordo-Mas-Belluno) 41,99%. Questi dati stridono con le foto scattate dagli studenti a bordo dei mezzi pubblici. La verità che emerge in quelle immagini stride però con il rispetto delle distanze di sicurezza. Quanto agli operatori che dovrebbero monitorare il flusso degli studenti, la figlia di Erik assicura di non averli visti. «A Feltre non c'erano racconta e nemmeno a Santa Giustina. Ho visto solo gli autisti che si scambiavano». La patata bollente passa ora nelle mani di Dolomitibus che dovrà rivalutare i dati raccolti e in quelle delle Forze dell'ordine a cui il padre della ragazza ha chiesto aiuto.

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