Seconda ondata di Covid: «Cortina, in duomo mai viste così tante epigrafi»

Mercoledì 28 Ottobre 2020 di Marco Dibona
La chiesa di Cortina

CORTINA - Quattro fogli bianchi, appesi alla porta della parrocchiale dei santi Filippo e Giacomo, la dicono lunga sullo stato d'animo della gente d'Ampezzo, frastornata dallo stillicidio di morti, che si susseguono in questo periodo di pandemia Covid-19. E' la prima volta che si vedono così tanti avvisi funerari, uno accanto all'altro, dove normalmente ce n'è solamente uno, talora due, in rare occasioni sono stati tre, per la concomitanza di decessi o per il protrarsi degli adempimenti burocratici, prima di una sepoltura. «Su quelle epigrafi non c'è soltanto il nome, il cognome, l'età. Quella è la storia di una vita», ammonisce il parroco don Ivano Brambilla. «In queste due settimane di isolamento, da solo in canonica, ho quasi perso il conto di quanti morti ci sono stati. Ma sentivo la campana dell'agonia, ogni giorno. E mi sono sovvenute le parole dei miei parenti, nella Bergamasca, che mi raccontavano di aver chiesto al loro parroco di smettere di suonare la campana, ad ogni decesso, la scorsa primavera. Non per il disturbo del suono, ma per l'angoscia che generava».
LA TRADIZIONE

A Cortina usa così: non vengono incollate tante epigrafi, in giro per il paese, ma si appende un unico avviso, un foglio bianco, uguale per ogni persona, senza tener conto di ruolo, funzione pubblica, censo o ceto. Non ci sono fotografie dei defunti, ma soltanto le generalità, la data e il luogo del decesso e delle esequie. L'avviso va a lato della porta principale della basilica minore; la gente lo vede già da lontano, quando percorre via Battisti, che porta in piazza, o quando scende dall'autobus del servizio di trasporto pubblico locale, al capolinea di piazza Roma. Da qualche anno si è deciso di esporre una analoga epigrafe anche nella bacheca sul lato della chiesa, che guarda l'isola pedonale di corso Italia, dove la gente cammina. In questi giorni quella teoria di fogli bianchi, listati a lutto, inquieta la gente di Cortina, che si avvicina, legge, commenta rapida, porta la notizia a casa.
ADATTATO IL SOFTWARE

«Abbiamo dovuto chiedere al tecnico di modificare il software del sito Internet della parrocchia, alla pagina dei necrologi commenta don Ivano perché non era stata programmata per supportare quattro avvisi. Vuol dire che è la prima volta che si manifesta questa esigenza, da quando esiste il sito». Molti ricordano il 31 maggio 1976, quando su quella porta finirono sei avvisi, per il disastro aereo di Fiames, dove morirono diversi consiglieri comunali, anche parenti di attuali amministratori ampezzani. «Tanto per il Covid muoiono soltanto anziani. Sono indecenti i commenti di questo tenore, che si sentono o si leggono in questi giorni ammonisce il parroco perché è con infinita tristezza che seguiamo quanto accade anche nella nostra casa di riposo. Mi meraviglio che non susciti più scalpore. Situazioni analoghe, che si sono verificate in altre località, hanno avuto un risalto ben diverso». Lo stesso don Ivano dovrebbe avere oggi il responso sul tampone di controllo eseguito lunedì 26 ottobre, dopo il periodo di isolamento, per la positività al virus. Se l'esito sarà favorevole, potrà riprendere la sua attività pastorale, egli stesso parte di una comunità ferita profondamente, con oltre trecento persone coinvolte, fra positivi al virus e persone in isolamento. Il tributo più pesante, in paese, l'hanno pagato proprio i vecchi.
QUINDICI VITTIME

A tracciare un bilancio della casa di riposo comunale Dottor Angelo Majoni è Paolo Stocco, amministratore unico della azienda speciale servizi alla persona, che la gestisce: «I decessi sono stati quindici, dieci dei quali avvenuti in ospedale. Sono morte anche persone che erano inizialmente negative ai tamponi, ma che sono diventate positive dopo esser state ricoverate per altre patologie». In quanto alla situazione complessiva della casa, Stocco elenca: «Dei 58 ospiti, undici sono sempre rimasti negativi, mentre 47 sono risultati positivi; di questi, 14 si sono negativizzati di recente. Dei 69 nostri dipendenti, in 35 casi abbiamo riscontrato la positività al virus; di questi, 18 si sono via via negativizzati, mentre 17 sono ancora positivi. Oggi nella struttura abbiamo ancora 18 ospiti positivi, mentre 9 sono ricoverati in ospedale». Intanto in Ampezzo la gente spera che si acquieti la campana di Santa Caterina, l'antico bronzo recuperato dalla chiesa abbandonata nel Settecento, issato sul campanile della attuale parrocchiale, dove suona soltanto per annunciare il trapasso di un paesano.
Marco Dibona 
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Ultimo aggiornamento: 11:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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