Coronavirus. Metalmeccanici in cassa integrazione, buste paga ridotte per 3.400 operai

Venerdì 3 Aprile 2020
Coronavirus. Metalmeccanici in cassa integrazione, buste paga ridotte per 3.400 operai

BELLUNO - L'emergenza coronavirus batte duro sull'economia bellunese e, in particolar modo, sui dipendenti che, in cassa integrazione avranno una riduzione notevole della paga. Su centoventi aziende metalmeccaniche operanti in provincia, ben una novantina hanno i cancelli chiusi per questioni precauzionali legate alla diffusione dell'epidemia da covid 19. L'allarme arriva dalla Fim Cisl di Treviso e Belluno che punta il dito sui salari della categoria ma anche sul futuro produttivo dell'intero territorio che, ad emergenza terminata, dovrà fare i conti con una ripartenza difficile. Salari dimezzati per almeno 3.400 dipendenti del settore metalmeccanico in provincia di Belluno. A lanciare l'allarme è la segreteria della Fim Cisl Belluno Treviso.

LA SEGRETERIA
«Le richieste di cassa integrazione continuano ad arrivare. Ad oggi siamo a quota novanta ditte ferme - spiegano i sindacalisti della Fim Alessio Lovisotto, Mauro Zuglian e Matteo Caregnato -. Se fino ad oggi veniva fatta richiesta con spirito cautelativo, con la proroga del provvedimento di chiusura delle attività, le aziende inizieranno a utilizzare gli ammortizzatori sociali. I tre quarti delle centoventi aziende del settore metalmeccanico del bellunese sono chiuse, al momento».

Si prospetta un periodo molto difficile per i lavoratori perché con la cassa integrazione a zero ore, l'impatto sul reddito è devastante: si può arrivare a perdere anche il 50% dello stipendio. Considerando infatti che il lordo di un operaio di terzo livello è pari a 1650 euro, che la cassa a zero ore paga al massimo 1000 euro al mese e che in cassa non si maturano né ferie né permessi né tredicesima, la perdita per ciascun lavoratore sarà attorno al 50% dello stipendio.
«Sulla base delle richieste inoltrate dalle aziende - sottolineano i responsabili della Fim bellunese - si può dunque ipotizzare che la Cigo sia destinata a coinvolgere i tre quarti dei circa 4.500 dipendenti delle aziende metalmeccaniche bellunesi.

Se da un lato è stato difficile arrivare alla chiusura delle aziende, dall'altro sarà molto più difficile riaprirle».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci