È no-green pass: fuori dal consiglio comunale. «Diserto per solidarietà»

Giovedì 21 Ottobre 2021 di Eleonora Scarton
Michele Balen
1

FELTRE - «Un segno di solidarietà e di vicinanza a quanti, uomini e donne, in Italia e all'estero, non possono accedere al loro posto di lavoro, o ai luoghi del vivere civile, se non dopo aver forzato la propria volontà personale ed aver accettato di sottoporsi ad un trattamento sanitario che non è voluto, obbligatorio ma non obbligatorio, e dopo aver accettato di esibire quello che è un vero e proprio passaporto per la vita civile». Con questa premessa, il consigliere comunale della lista Feltre Civica, Michele Balen, ha voluto spiegare in una lunga lettera aperta le motivazioni che lo hanno spinto a non partecipare alla seduta del consiglio comunale della città di Feltre in programma ieri sera.

Una decisione che nasce dalle regole entrate in vigore lo scorso 15 ottobre, cioé da quando il green pass è diventato obbligatorio sia per entrare al posto di lavoro sia per partecipare alle sedute dei consigli comunali.

IL QUADRO

Il consigliere ripercorre le tappe che hanno portato fin qui. «Nel corso del 2020, in piena pandemia - spiega - quando ancora per i più prudenti o i timorosi, non c'era la possibilità di farsi immunizzare con un vaccino, si richiedeva ai cittadini di auto dichiarare il proprio stato di salute, di lasciarsi misurare la temperatura corporea all'ingresso di certi locali, di indossare una mascherina, di rimanere distanti e di disinfettare ad ogni occasione le mani. Allora il pass non era neanche stato immaginato. Oggi, invece, con l'82 % della popolazione già vaccinata con due dosi, e con appena 2.500 casi nuovi alla settimana, contro i circa 10.000 dello scorso anno, oggi, oltre a quel che già si imponeva fino ai primi giorni di questo mese, viene imposto anche di esibire un passaporto interno, e non per poter entrare nei luna-park a divertirsi, ma per poter continuare a lavorare e ad avere un minimo di vita civile. Trovo che la motivazione per un obbligo di pass o di vaccino, obbligo peraltro mai sancito in modo diretto dalla legge, sia fiacca e insostenibile. Molto forte è invece la ragione di chi dissente e si ribella, e manifesta nelle piazze, e viene però osteggiato perfino nel proprio diritto di espressione, nascosto dai media, colpito con censure di vario tipo perfino sui social, represso con gli idranti e i manganelli».

LA POSIZIONE SANITARIA

Balen tiene a sottolineare di essere «a favore di ogni trattamento sanitario, anche un vaccino, che sia stato compiutamente (non frettolosamente) sperimentato, garantito nei suoi effetti, prescritto dal medico personale per ciascun individuo, tenendo conto del bilancio di ciascuno tra i rischi e i benefici e senza generalizzazioni, e che sia consapevolmente accettato dal paziente. Sono invece assolutamente contrario ad un obbligo vaccinale generalizzato, effettuato sotto pressione politica a mediatica, contro la volontà dell'individuo. Non sono un medico e mi limito ad esprimere un'opinione, del tutto politica, su di un obbligo, che obbligo (per la legge) non è, e che tuttavia lo stato ottiene con mezzi che sono tanto più inaccettabili in quanto sono indiretti».

LA DECISIONE

«Resto assente dal Consiglio per essere al fianco di tutti coloro che in questi giorni manifestano contro questa imposizione dal governo Draghi, condividendo il pensiero di Massimo Cacciari che, sull'obbligo del lasciapassare al lavoro dice: La decisione è una forzatura tremenda, visto anche l'articolo 1 della Costituzione. Ma deriva dalla colossale ipocrisia di non aver imposto l'obbligo vaccinale, per il semplice motivo che con ogni probabilità la Corte Costituzionale lo avrebbe rimandato indietro. Non oso pensare che si tratti non di eccesso di zelo sanitario, ma di deliberato progetto antidemocratico, perché ciò sarebbe terribile, ma anche nel migliore dei casi, il mio dissenso è espresso anche per chi non lo può fare. Mi è cara la salute fisica di tutti, ma, non meno di essa, mi è cara la Libertà di ciascuno».

IN CONSIGLIO

Un'uscita di scena che non ha modificato l'ordine del giorno né quello dei lavori in Consiglio. L'assenza di Balen è stata ritenuta dal presidente del consiglio comunale, Manuel Sacchet, giustificata perché «da sempre si ritiene giustificata ogni assenza che sia stata comunicata. La motivazione per noi risulta ininfluente».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci