Il presidente di Confcommercio contro i no vax: «Chi non si vaccina fuori dai negozi». Gli artigiani: «Imposizione solo dallo Stato»

Giovedì 11 Febbraio 2021 di Davide Piol
Paolo Doglioni, presidente di Confcommercio
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BELLUNO «I no-vax sono persone che non ragionano. Se avessi il potere di farlo, sospenderei dal lavoro tutti coloro che rifiutano il vaccino anche negli esercizi commerciali». Paolo Doglioni, presidente di Confcommercio, parla di buon senso.

Lo ripete spesso durante la telefonata. Quella di non vaccinarsi «è una scelta che non riguarda solo il singolo. La vaccinazione contro il tetano, ad esempio, potevi saltarla: il rischio era personale». Ma non è lo stesso con il covid-19, quindi «o vivi su un'isola deserta o io, in qualche modo, devo tutelarmi». E poi ammette: «Sono per i vaccini. Gli altri possono decidere anche di non farlo ma se rischiano di infettarmi, allora, deve diventare obbligatorio».

I COMMERCIANTI Il tema è più che mai attuale. Anche se il vaccino è su base volontaria, esistono diversi modi per convincere una persona ad eseguirlo. La casa di riposo di Agordo, ad esempio, ha inviato due lettere ai dipendenti che hanno rifiutato il vaccino, attestando la loro inidoneità alla mansione. Quindi staranno a casa, a smaltire ferie e permessi, fino a quando terminerà l'emergenza o decideranno di vaccinarsi. Si tratta di personale sanitario che ha a che fare con le persone più fragili. Ma cosa accadrebbe, un domani, se anche un albergatore decidesse di non vaccinarsi? «Per me non può farlo continua Doglioni E poi siamo sinceri: chi deciderebbe di soggiornare in un albergo in cui le persone non sono vaccinate?». Vero, eppure non sarebbe un'informazione disponibile ai clienti. Così il numero uno di Confcommercio lancia una provocazione: «Dovrebbero avere un cartellino o un campanellino, come accadeva una volta con i malati di lebbra». Perché «ci sono stati troppi morti. Chi non vuol vaccinarsi si arrangi, ma non può mettere a repentaglio la mia vita». La vaccinazione è la strada maestra per uscire dall'emergenza. «Dobbiamo fidarci di quello che dice la scienza. I no vax non sono virologi. Sono persone che vanno curate in altro modo, anche psicologicamente».

GLI ARTIGIANI Gli artigiani riconoscono l'importanza del vaccino, aggiungendo però la speranza di non essere gli ultimi della lista. «L'imposizione può venire solo dallo Stato - spiega la presidente Claudia Scarzanella - E ci sarà se non raggiungeremo una copertura sufficiente. Come associazione abbiamo detto fin da subito che non vorremo non essere gli ultimi». Non c'è infatti solo la sanità. Occorre salvaguardare anche la tenuta economica del paese, il suo futuro, e per far questo «bisogna proteggere lavoratori e imprese». La posizione è chiara. Per ora non ci sono le condizioni per parlare di vaccinazione obbligatoria, quindi ogni altro discorso è prematuro. Però: «Non ci sono molti margini per il libero arbitrio conclude Scarzanella Tutti abbiamo visto le conseguenze che ci sono state a livello sanitario ed economico. Arriverà un momento in cui o i cittadini saranno responsabili o qualcuno interverrà dall'alto».

GLI INDUSTRIALI Il pensiero di Lorraine Berton, presidente di Confindustria, è simile. «Non si può forzare la mano sottolinea Ci sono i governi per questo. Mi auguro che le decisioni verranno prese da chi ha le competenze per farlo». Per gli imprenditori, responsabili della sicurezza sul luogo di lavoro, «useremo gli strumenti che ci vengono concessi all'interno di regole ben precise». Ma l'appello, ancora una volta, è al senso di responsabilità di ogni cittadino. «Non possiamo metterci l'uno contro l'altro riflette Lorraine Berton Siamo tutti nella stessa situazione difficile e drammatica. Deve prevalere il buon senso. Ma la gente è un po' confusa per tutto ciò che viene detto». Intanto, però, devono esserci la disponibilità dei vaccini. «Se poi ci saranno problemi conclude Arriveranno anche le soluzioni, non in mano agli imprenditori ma alla scienza. E deve essere legiferato qualcosa. Io farei il vaccino domattina mi auspico sia così anche per gli altri».

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