350mila euro spillati all'anziano: tre anni alla domestica furbetta

Mercoledì 18 Luglio 2018 di di Olivia Bonetti
350mila euro spillati all'anziano: tre anni alla domestica furbetta
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BELLUNO - Una vittima che ha perso l’uomo che l’amava e di cui lei si era presa cura fino alla morte? O un’abile truffatrice che con la storia strappalacrime di cure per tumori inesistenti ha spillato a un debole anziano morente il suo intero patrimonio? Per il giudice è più probabile la seconda ipotesi. Così, ieri mattina in Tribunale a Belluno, Gabriella Di Giulio, 58enne bellunese, è stata condannata a 3 anni di reclusione e 800 euro di multa. La donna è stata anche condannata a versare un “anticipo” sui danni, quantificato dal giudice in 50mila euro di provvisionale.

L’ACCUSA La Di Giulio doveva rispondere di truffa aggravata ai danni dell’anziano Luigi Andreoni. Era l’uomo per cui lavorava come donna delle pulizie fin dal 1998 in una casa di Belluno. L’anziano, classe 1935, trentino di nascita, torinese di adozione per ragioni lavorative era arrivato a Belluno nel 1992 e qualche anno dopo aveva assunto la Di Giulio. Quando morì nella sua cassaforte venne trovata una cambiale per 350mila euro che la donna gli aveva firmato per garanzia dei vari “prestiti”. Ma le indagini su quella “domestica” erano partite prima e l’anziano venne sentito anche in Procura. Lei però era sempre vicino a lui e anche quel giorno sarebbe rimasta fuori, tempestandolo di telefonate, per sapere cosa gli stessero chiedendo. La donna è finita alla sbarra per fatti contestati fino al 2013: la Procura le imputa di aver sottratto, con raggiri vari, un totale di 350mila euro. Ieri il pm Maria Luisa Pesco ha ripercorso le varie testimonianze, in particolare quella della figlia Elena Andreoni, che era parte civile con l’avvocato Cristiano Michela di Torino. Alla fine ha chiesto la condanna a 3 anni e 1200 euro di multa.

LA DIFESA L’imputata, che era difesa dall’avvocato Antonio Prade (ieri sostituito dal collega Massimo Montino) ha sempre respinto le accuse. Ha spiegato che con Luigi c’era un rapporto d’amore e i soldi lui glieli dava per aiutarla. Aveva infatti grosse difficoltà per debiti con il fisco e lui ci teneva a aiutarla. «È un mio regalo», avrebbe detto l’anziano ogniqualvolta bonificava migliaia di euro alla donna. L’imputata ha anche affermato in aula di non aver mai parlato di tumori o malattie, ma che quelle erano scuse che l’anziano adduceva ai propri figli per giustificare i regali. 

LA CONCLUSIONE Ieri mattina la doccia fredda: 3 anni di reclusione. La donna è stata riconosciuta colpevole di anni di raggiri ai danni dell’anziano indebolito e ora potrebbe dover restituire tutto il denaro ricevuto. La parte civile aveva chiesto un risarcimento di 350mila euro. Ma il giudice ha disposto intanto una provvisionale di 50mila e ha rinviato alla causa civile.
Ultimo aggiornamento: 18:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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