«Veneto addio, noi come Sappada: una legge per passare al Trentino»

Sabato 24 Ottobre 2020 di Dario Fontanive
Due ragazze ampezzane festeggiano la vittoria al referendum del 2007
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COLLE SANTA LUCIA - Referendum, qui nessuno dimentica: con le elezioni amministrative alle spalle che gli hanno confermato con una netta maggioranza la fiducia della sua comunità, Paolo Frena, sindaco di Colle riapre il capitolo della consultazione del 2007 quando le comunità di Colle, Livinallongo e Cortina erano state chiamate ad esprimersi sul distacco dal Veneto per passare in Trentino-Alto Adige.

«Era uno dei tre cardini del mio programma elettorale. Ma nessuna fuga in avanti: sono trascorsi 13 anni dal referendum che ha confermato la volontà di queste tre comunità di essere amministrati dal Trentino-Alto Adige; ora è doveroso avere una risposta affermativa o negativa, ma il verdetto deve essere emesso.

Poi ognuno farà le proprie considerazioni».

Quali sono le prime azioni che intende fare? «Per prima cosa dovrà essere rinnovato il comitato intercomunale referendario che presiedo, con le nuove nomine da parte dei rispettivi Consigli dei tre Comuni, ogni comune ha diritto alla rappresentanza di due consiglieri. Poi cercheremo un costituzionalista che possa indicarci la strada migliore per presentare un disegno di legge a sostegno della nostra causa».

È già stata ventilata qualche ipotesi percorribile? «La strada migliore sarebbe una proposta di legge ordinaria sulla scia di quanto già fatto da Sappada con il Friuli Venezia Giulia. Qui il percorso si presenta obiettivamente più tortuoso per una serie di ostacoli burocratici e giuridici che in quel caso erano meno vincolanti. Ma sono fiducioso».

Perchè sulla vostra richiesta di passare con i vicini di casa, il consiglio regionale del Trentino Alto Adige non si è ancora espresso? «È un passaggio istituzionale che deve seguire una sua logica e che probabilmente deve mantenere degli equilibri particolari tra Roma e Bolzano. Su questo l'ex presidente Luis Durnwalder è stato chiaro durante uno degli ultimi incontri con noi. La richiesta deve arrivare da Roma, non da noi. Quindi uno dei nostri prossimi impegni sarà che il Parlamento chieda al consiglio regionale del Trentino-Alto Adige di esprimersi su questo passaggio».

Il referendum sancì un netto successo dei sì al distacco dei tre Comuni dal Veneto per essere aggregati alla Provincia di Bolzano. Molti però hanno ravvisato che tale risultato sia stato dettato da un mero interesse economico...

«Se un individuo o una comunità sceglie liberamente e democraticamente dove andare a vivere, può farlo. La scelta può essere dettata da più motivazioni tra cui anche quella economica. Ma nel nostro caso c'è anche un aspetto storico che non deve essere dimenticato: questi tre comuni sono stati per secoli parte integrante del sud Tirolo. Quando le vallate ladine vennero smembrate, per finalità politiche, e suddivise nelle tre attuali provincie di Trento, Bolzano e Belluno a noi non venne chiesto un parere, la decisione venne calata dall'alto senza appello. Ora ci è stata offerta l'opportunità di esprimerci con questo referendum: almeno ci sia data una risposta, poi ci regoleremo». 

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