Mauro campione di fair play: vede l'avversario cadere e perde la gara per soccorrerlo

Martedì 7 Giugno 2022 di Anna Valerio
Mauro Rubin (a sinistra, di profilo) parla con Alessandro Zandegiacomo, il ciclista che ha soccorso
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FELTRE - L’amico e avversario cade, lui si ferma, lo aiuta, aspetta i soccorritori e solo quando è sicuro che è in buone mani riprende la gara e taglia il traguardo. Sesto in classifica. Un gesto da vero sportivo, ma soprattutto di grande fair play che assume un peso maggiore se si pensa che chi lo ha compiuto, Mauro Rubin, preparatore atletico di Feltre, ha a che fare tutti i giorni con i giovani. Assieme all’amico Mattia De Paoli 15 anni fa ha creato la scuola di mountain bike del Pedale Feltrino da cui sono usciti talenti di questo sport che oggi indossano la maglia della nazionale (come Giorgia Marchet, che era impegnata nella stessa competizione, che ha anche vinto, a livello femminile Open). Il suo gesto ricorda altri episodi celebri, dall’immortale borraccia passata da Gino Bartali a Fausto Coppi, all’incredibile salvataggio di Giovanni Soldini, che durante il giro del mondo in barca a vela del 1999 andò in cerca di Isabelle Autissier, ribaltatasi con la barca capottata, nel Pacifico meridionale in tempesta.

IL FATTO
Tutto è accaduto a Pergine (Trento) domenica, nella tappa dell’Italia Bike Cup, la Coppa Italia di cross country, specialità olimpica della mountain bike.

Anche se la categoria in oggetto è quella dei Master, gli amatori, la gara è di carattere internazionale, classificata di tipo C2 dall’Uci. Quindi numero sulla schiena, coltello tra i denti e via a caccia del podio. Poco prima della fine dell’ultimo giro, Alessandro Zandegiacomo (Gino come lo conoscono tutti) su un salto atterra male sulla ruota anteriore, il manubrio si gira e lui vola di testa. Alle sue spalle vede la scena Rubin. Stanno lottando per le prime posizioni ma Mauro non ha esitazioni, si ferma, scende dalla bici e soccorre subito l’amico. Anzi rimane lì finché non arrivano i medici. Solo quando è sicuro di lasciarlo in buone mani torna in sella alla sua mountain bike e finisce la gara. Tagliando il traguardo come sesto assoluto.

IL RICOVERO
Nel frattempo Alessandro viene ricoverato all’ospedale di Pergine, niente di grave per fortuna. Di quella brutta caduta non ricorda niente se non l’amico che lo aiuta. Allora apre Facebook e racconta il fatto commentando: «Non sono un tipo molto social e non mi piace parlare delle mie cose. Però questa mi sento di pubblicarla. Questi secondo me sono insegnamenti importantissimi da dare anche ai ragazzi e sono troppo contento che sia lui stesso a insegnare lo sport a decine e decine di giovani atleti. Sono certo che il suo insegnamento sarà utile non solo dal punto di vista dello sport ma anche per rendere, nel suo piccolo, il mondo un po’ migliore. Le botte che ho preso passeranno, questo insegnamento resterà nel mio cuore».

NON ERA LA PRIMA VOLTA
Al telefono “Gino” rimarca: «Io non scrivo mai nei social ma credo profondamente in quello che ho scritto, lui è un esempio per i giovani, sono certo che avrebbe fatto la stessa cosa anche se fosse stato in testa in un Mondiale. A Conegliano in una gara poco prima del traguardo ha visto il suo avversario – da cui era appena stato superato - che andava verso il traguardo a piedi perché aveva avuto un problema meccanico. Si è fermato e lo ha lasciato passare. Lui è così».

LA CONFERMA
Gli fa eco Ivan Piol, presidente del Pedale Feltrino, di cui Mauro è uno dei cardini: «Un educatore dai grandi valori morali, lo ringraziamo per l’esempio che sa dare ai nostri giovani e per tutto il lavoro che sta facendo».

SCHIVO E MODESTO
Ma lui, Mauro, schivo e riservato com’è, si limita a spiegare: «In quelle condizioni sarebbe stato da vigliacchi non fermarsi. È un’azione che avrebbe fatto chiunque». Intanto ha iniziato lui.

Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 09:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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