AURONZO DI CADORE - Dunque l'Istituto Pio XII chiuderà fra un mese, come confermato da Roberto Arduini, presidente dell'Opera Diocesana San Bernardo degli Uberti che fa capo alla curia di Parma e che è la proprietaria della struttura. Malgrado l'imminente dismissione, proprio il centro in queste ore sui suoi canali social continua a promuovere i «benefici di un soggiorno» a quota 1.754: «Secondo una ricerca che abbiamo fatto proprio qui a Misurina, già dopo 1 settimana si riduce l'infiammazione dei bronchi e migliora la spirometria». La professoressa Liviana Da Dalt, direttrice del Dipartimento della salute della donna e del bambino dell'Azienda ospedaliera di Padova, non entra naturalmente nel merito della vicenda riguardante una realtà privata. «Dal mio osservatorio dichiara però la pediatra, con specializzazione anche ad indirizzo Allergologia e Immunologia pediatrica posso dire che nel corso dei decenni l'asma nei bimbi è decisamente cambiata, perché ora disponiamo di cure molto più efficaci di un tempo. Attraverso una rete dedicata, l'obiettivo è garantire al piccolo paziente un'assistenza nel contesto in cui vive. Certo che è meglio respirare aria pulita piuttosto che inquinata, ma andare in montagna per 15-20 giorni all'anno non cambia la storia della malattia, che deve essere trattata nella quotidianità».
LA RICERCA
LE LINEE-GUIDA
Secondo la direttrice Da Dalt, cruciali sono le linee-guida internazionali in materia. «Non solo vengono costantemente seguite e aggiornate spiega ma prevedono anche di curare il bambino nell'ambiente naturale e sociale in cui vive, dove ci sono la famiglia, gli amici, la scuola, gli specialisti. Portare un ragazzo lontano dal suo contesto di riferimento, anzi, oltre a non risolvere il problema clinico, può pure avere degli effetti negativi sulla sua crescita. Detto questo, sicuramente ci sono piccole percentuali di pazienti in cui risulta difficile il controllo dell'asma, magari per la scarsa adesione alle terapie, tanto da rendere necessari alcuni interventi educativi intensivi in merito ai farmaci e allo stile di vita. Ma questo è un problema che può presentarsi con tutte le malattie croniche, come ad esempio il diabete in età pediatrica, per il quale vengono organizzati i ritrovi educativi. Ciò però non significa stravolgere la vita di un bambino, spostandolo dal suo territorio».
LE FAMIGLIE
Secondo i riscontri del policlinico universitario di Padova, sono nettamente calati gli accessi dei pazienti asmatici al Pronto soccorso pediatrico. «Ogni volta che vediamo arrivare un bambino con l'asma acuta afferma la professoressa Da Dalt diciamo che è il fallimento della terapia in cronico. Ma ormai ne abbiamo davvero pochissimi casi, perché la malattia è molto più controllata». Cosa direbbe allora a una famiglia che improvvisamente si ritrova orfana del centro di Misurina? «Non conosco quella vicenda, ma ai genitori di un bambino asmatico posso assicurare che in Veneto trovano una rete di pneumo-allergologia pediatrica in grado di garantire la cura ottimale per i loro figli».
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