Ferita e minacciata dai lupi, la cerva "Zoppetta" si rifugia in giardino e il paese la adotta

Mercoledì 5 Aprile 2023 di Angela Pederiva
La cerva "Zoppetta" nel giardino che la ospita a Vodo

VODO DI CADORE (BELLUNO)  - Acquattata in giardino, ritta su un muretto, circondata dai gatti. Sono le immagini della cerva, ufficialmente ancora priva di un nome ma affettuosamente ormai chiamata “Zoppetta”, che da qualche giorno è stata praticamente adottata dagli abitanti di Vodo di Cadore.

Claudicante dopo essere rimasta coinvolta in un incidente stradale e probabilmente insidiata dai lupi che scorrazzano sulle Dolomiti, è stata lei stessa a cercare una discreta ospitalità nel piccolo paese attraversato dall’Alemagna, accendendo così il dibattito sui problemi di sicurezza generati dalla convivenza fra animali selvatici ed esseri umani.

IN UN ANGOLO
Secondo gli esperti, l’ungulata potrebbe avere 8 o 9 anni, gli ultimi quattro dei quali trascorsi su una zampa malferma a causa di una frattura rimediata in uno scontro. «Le è rimasta storta – racconta il residente Gianluca Masolo – e questo la fa zoppicare. Domenica è entrata nella nostra proprietà e si è accovacciata in un angolo. Incuriosite da quella presenza insolita, visto che di solito i cervi tendono a scappare, le nostre gatte hanno cominciato a gironzolarle intorno, al che lei si è alzata ad osservarle. Sembra molto docile, ma è visibilmente intimorita. Allora per non spaventarla abbiamo evitato di avvicinarci, anche se avremmo voluto metterle a disposizione un secchio d’acqua. L’abbiamo lasciata tranquilla, permettendole di andare avanti e indietro senza infastidirla, al punto che parliamo a bassa voce». 

BUONA FEDE
Una scelta giusta secondo Andrea Talamini, presidente della Riserva di caccia di Vodo, a sua volta testimone dell’andirivieni da parte della timida ospite. «Trattandosi di un’esemplare debole – spiega – probabilmente trova più consono brucare nel borgo che pascolare in montagna. Dal punto di vista etologico, questo comportamento non è sorprendente: in quanto soggetto fragile, è stata emarginata dal suo gruppo e si sente più protetta dalle persone, tanto più da quando in zona c’è un branco di lupi. Il problema è che c’è chi, per quanto in buona fede, pensa di aiutarla dandole da mangiare o provando a toccarla, senza capire che invece la sta solo molestando. Bisogna lasciarla stare, assecondando quella che è ormai la sua abitudine: quando si alza il sole, la cerva trova un angolino appartato fra le case, si sdraia e sta lì fino all’imbrunire, dopodiché alla sera va a pascolare nei prati ed eventualmente nel bosco, dove riesce a dormire». 

INCOLUMITÀ
In centro al paese corrono però le auto e i camion da, e per, Cortina d’Ampezzo. «Solo stamattina (ieri, ndr.) ho ricevuto 25 telefonate – aggiunge Talamini – di cittadini e rappresentanti delle forze dell’ordine che mi chiedono un parere sulla vicenda. Da una parte, la gente vorrebbe che l’animale venisse curato e accudito, ma con una presenza stimata di 14.000 cervi in provincia di Belluno, questo non avrebbe molto senso. Dall’altra, giustamente le istituzioni devono pensare all’incolumità di chi transita sulla Statale 51: gli utenti della strada, ma anche lo stesso animale. Ora so che la polizia provinciale, molto sensibile al tema, sta valutando qual è l’intervento più opportuno da attuare». 

PRECEDENTI
Non è la prima volta che un cervo si avvicina ai centri abitati. Recentemente è successo fra Ronco e Val, a ridosso del centro di Cortina, dove un esemplare maschio si è lasciato più volte accarezzare dai passanti e pure servire una mela. Anni fa era invece diventata un fenomeno mediatico e istituzionale “Claretta”, la cerva del Comelico, poi morta fra le polemiche. Precedenti che “ Zoppetta” non può conoscere, stesa al sole di questa fredda primavera, prima villeggiante della nuova stagione.

Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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