VODO DI CADORE (BELLUNO) - Acquattata in giardino, ritta su un muretto, circondata dai gatti. Sono le immagini della cerva, ufficialmente ancora priva di un nome ma affettuosamente ormai chiamata “Zoppetta”, che da qualche giorno è stata praticamente adottata dagli abitanti di Vodo di Cadore.
IN UN ANGOLO
Secondo gli esperti, l’ungulata potrebbe avere 8 o 9 anni, gli ultimi quattro dei quali trascorsi su una zampa malferma a causa di una frattura rimediata in uno scontro. «Le è rimasta storta – racconta il residente Gianluca Masolo – e questo la fa zoppicare. Domenica è entrata nella nostra proprietà e si è accovacciata in un angolo. Incuriosite da quella presenza insolita, visto che di solito i cervi tendono a scappare, le nostre gatte hanno cominciato a gironzolarle intorno, al che lei si è alzata ad osservarle. Sembra molto docile, ma è visibilmente intimorita. Allora per non spaventarla abbiamo evitato di avvicinarci, anche se avremmo voluto metterle a disposizione un secchio d’acqua. L’abbiamo lasciata tranquilla, permettendole di andare avanti e indietro senza infastidirla, al punto che parliamo a bassa voce».
BUONA FEDE
Una scelta giusta secondo Andrea Talamini, presidente della Riserva di caccia di Vodo, a sua volta testimone dell’andirivieni da parte della timida ospite. «Trattandosi di un’esemplare debole – spiega – probabilmente trova più consono brucare nel borgo che pascolare in montagna. Dal punto di vista etologico, questo comportamento non è sorprendente: in quanto soggetto fragile, è stata emarginata dal suo gruppo e si sente più protetta dalle persone, tanto più da quando in zona c’è un branco di lupi. Il problema è che c’è chi, per quanto in buona fede, pensa di aiutarla dandole da mangiare o provando a toccarla, senza capire che invece la sta solo molestando. Bisogna lasciarla stare, assecondando quella che è ormai la sua abitudine: quando si alza il sole, la cerva trova un angolino appartato fra le case, si sdraia e sta lì fino all’imbrunire, dopodiché alla sera va a pascolare nei prati ed eventualmente nel bosco, dove riesce a dormire».
INCOLUMITÀ
In centro al paese corrono però le auto e i camion da, e per, Cortina d’Ampezzo. «Solo stamattina (ieri, ndr.) ho ricevuto 25 telefonate – aggiunge Talamini – di cittadini e rappresentanti delle forze dell’ordine che mi chiedono un parere sulla vicenda. Da una parte, la gente vorrebbe che l’animale venisse curato e accudito, ma con una presenza stimata di 14.000 cervi in provincia di Belluno, questo non avrebbe molto senso. Dall’altra, giustamente le istituzioni devono pensare all’incolumità di chi transita sulla Statale 51: gli utenti della strada, ma anche lo stesso animale. Ora so che la polizia provinciale, molto sensibile al tema, sta valutando qual è l’intervento più opportuno da attuare».
PRECEDENTI
Non è la prima volta che un cervo si avvicina ai centri abitati. Recentemente è successo fra Ronco e Val, a ridosso del centro di Cortina, dove un esemplare maschio si è lasciato più volte accarezzare dai passanti e pure servire una mela. Anni fa era invece diventata un fenomeno mediatico e istituzionale “Claretta”, la cerva del Comelico, poi morta fra le polemiche. Precedenti che “ Zoppetta” non può conoscere, stesa al sole di questa fredda primavera, prima villeggiante della nuova stagione.
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