VAL DI ZOLDO - Nessuna cura e nessuna protezione, per il cerbiatto ferito di Val di Zoldo. Anzi, potrebbe venire abbattuto. «Ha poco senso investire risorse e creare stress all'animale quando è in vigore un piano di abbattimento», spiega il consigliere provinciale con delega alla caccia Franco De Bon. Dunque la natura provvederà e farà il suo corso, perché da Palazzo Piloni non si prevedono interventi di recupero per curare la bestiola. La questione sta dividendo i bellunesi tra chi sostiene sia giusto prelevare il piccolo e curagli la zampa rotta per poi reinserirlo nel suo ambiente e chi è convinto non si debba andare contro natura.
De Bon è del secondo gruppo. «Dal 18 agosto è aperto un piano di abbattimento spiega -, si sta svolgendo anche in questo periodo ed è finalizzato a riportare la popolazione di cervi in equilibrio rispetto all'ambiente togliendone 3000 esemplari, ce ne sono troppi al momento.
Ora c'è grande apprensione per la sorte del piccolo che appare in difficoltà e al quale qualche abitante si preoccupa di dar da mangiare. Ma De Bon non ci sta a far passare per ingiuste le regole messe in atto da Palazzo Piloni, in ottemperanza alle disposizioni statali. «Lo Stato sostiene l'importanza di effettuare prelievi di ungulati qualora la popolazione sia troppo numerosa e crei danni all'ambiente conclude -, noi lavoriamo per garantire la conservazione ambientale del territorio e questa passa anche per un corretto equilibrio tra fauna e ambiente». (A. Tr.)