Bollette da incubo, Anfao lancia l'allarme: «A rischio le piccole imprese dell'occhialeria»

Venerdì 2 Settembre 2022 di Giovanni Santin
Fabbrica di occhiali

BELLUNO -  Occhialeria: è allarme. E per il bellunese l’allarme è doppio vista la diffusione delle industrie di occhiali nella nostra provincia. Ancora di più: a rischio sono soprattutto le piccole e medio imprese. All’origine, anche in questo caso, ci sono da una parte i costi dell’energia già alti da tempo ma ora diventati esorbitanti, dall’altra il precedente rincaro del prezzo delle materie prime che da tempo incide sull’intera filiera. Con il rischio concreto di annullare la ripresa del post-pandemia. È l’Anfao, Associazione nazionale fabbricanti articoli ottici, che da Milano dipinge un quadro più che preoccupante e chiede aiuti concreti alla politica. L’associazione infatti in un appello dai toni drammatici osserva che anche per un settore non particolarmente energivoro come quello dell’occhialeria, in cui i costi per l’energia si sono sempre attestati mediamente nei limiti del 5% del totale, gli attuali livelli dei prezzi stanno diventando di difficile gestione.
E la guerra scoppiata a febbraio continua a pesare. Infatti il rincaro dei costi dell’energia e delle materie prime, che già nel 2021 si era ripercosso sui costi di produzione, a seguito del conflitto in Ucraina «ha imboccato un trend vertiginoso – segnala Anfao - che ha innescato una crisi globale che indubbiamente incide pesantemente sui bilanci delle imprese».
Ma il costo crescente dell’energia produce, a caduta, altri effetti negativi che impattano sui costi. Esso sta infatti contribuendo in maniera decisiva a portare l’inflazione ai suoi massimi storici da decenni, costringendo tutti a focalizzarsi anche sui seri problemi legati a redditi e potere d’acquisto delle famiglie. «Questa crisi che non è più solo energetica, ma è ormai globale - afferma il presidente di Anfao, Giovanni Vitaloni – e che, nuovamente, ci ha fatto ripiombare nell’incertezza, sta mettendo a dura prova tutto il nostro settore. In particolare, è a rischio quella ripresa che con tanta fatica abbiamo riagganciato dopo due anni di pandemia». Ricordiamo che l’occhialeria italiana grazie alla sua forte propensione internazionale è stata tra i settori che meglio hanno saputo reagire nel 2021, riportando i suoi valori ai livelli pre-covid. Vanno ricordati alcuni dati che spiegano l’importanza del settore: la produzione dell’occhialeria italiana che conta 848 aziende a livello nazionale ed occupa 18.000 addetti, nel 2021 è stata di 4,17 miliardi di euro, in crescita del 4,5% rispetto al 2019. Il quadro dipinto da Anfao non è ancora tuttavia completo e si fa ancora più fosco con un’ulteriore considerazione: «L’aumento delle bollette e dei costi di gestione a livelli non più sostenibili, senza nuove e ulteriori misure di contrasto e sostegno, potrebbe mettere seriamente a rischio la prosecuzione dell’attività di tantissime imprese del settore nei prossimi mesi, soprattutto le piccole e medie imprese, meno strutturate e meno preparate ad assorbire nuovi rincari di materie prime, trasporti, logistica e imballaggi, solo per citare le voci più rilevanti».
Ecco quindi l’appello alla politica: «È chiaro come a medio-lungo termine servano interventi strutturali mirati a una maggiore autosufficienza energetica dell’Italia e dell’Europa e una revisione del meccanismo di definizione del prezzo del gas – aggiunge Vitaloni – tuttavia, nel brevissimo sono imprescindibili misure di sostegno contingenti che aiutino concretamente le imprese e le famiglie a far fronte a questa situazione. Il nostro appello alle Istituzioni e al Governo è quello di un intervento immediato perché ogni ritardo potrebbe mettere a repentaglio posti di lavoro e addirittura la prosecuzione dell’attività di diverse nostre piccole e medie imprese». In particolare, all’interno di Confindustria Moda, Anfao condivide l’ulteriore preoccupazione che il Made in Italy perda competitività in questo contesto e per questo auspica che la politica possa prendere al più presto «decisioni repentine e concrete che vadano verso ristori immediati, poiché l’industria rappresenta un tema di sicurezza nazionale verso cui indirizzare le risorse, laddove, come in questo caso, a causa della crisi, siano in gioco il welfare e la coesione sociale del Paese». 
 

Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 07:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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