Tre mesi al Polo Sud, il racconto del prof. Barbante: «Così è la vita a meno 90 gradi, qui la neve è polvere bianca»

Venerdì 18 Febbraio 2022 di Adriano Favaro
Carlo Barbante

Pochi giorni fa era in Antartide, Polo Sud. Tre mesi a 35 gradi sotto zero quando fa caldo, ma con il vento a 20 kilometri l'ora la vita diventa difficilissima, per non dire insopportabile. E da quelle parti si arriva anche a meno 90. Carlo Barbante è uno di Feltre che dopo la laurea in chimica a Venezia era destinato a finire a Ferrara e produrre moplen (sono un figlio del Moplen la plastica pubblicizzata da Bramieri). Invece, durante la ferma da alpino aiuta scienziati che si allenano per andare al Polo Sud sulle montagne. E chiede: avete un posto per me? Poco dopo il professor Paolo Cescon gli scrive dicendogli: venga in Groenlandia. «Ecco com'è cambiata la mia vita». Parla sempre in modo semplice questo docente di Ca' Foscari, 59 anni, direttore dell'Istituto di Scienze Polari del CNR, coordinatore del più grande progetto europeo di ricerca in Antartide (10 paesi, 30 milioni di investimenti internazionali ed europei), autore del recente libro scritto sul ghiaccio, viaggio nel clima che cambia (Il Mulino, 15 euro).
Quarto viaggio al Polo Sud, missione Beyond Epica: che fate?
«Una cosa semplice, le nostre ricerche servono per i rapporti dell'Ippc, il sistema intergovernativo mondiale che studia i cambiamenti climatici e produce documenti utili ai governi per decisioni informate sul futuro del pianeta».
Quaranta anni fa lei sciava sul Monte Avena.
«Adesso la neve lì è scomparsa. La gente ormai ha capito che, dopo decenni, il clima è cambiato. Ed è più attenta».
Davvero bisogna finire al Polo Sud per capirne qualcosa?
«La storia climatica del nostro pianeta non è scritta solo nel ghiaccio, ma anche anelli di accrescimento di alberi, e nei sedimenti marini».
Però le carote di ghiaccio
«Ci parlano delle cause e anche degli effetti dei cambi climatici. Dentro il ghiaccio rimangono bollicine d'aria e le polveri del passato che ci fanno vedere: così risaliamo a temperature di tempi distantissimi».
Il ghiaccio delle Alpi?
«È come inchiostro che si sta sciogliendo; cioè gli strati sono scomposti e rendono difficile leggere quello che contiene. In Antartide le pagine del tempo climatico sono tutte intatte e ben leggibili».
Siete riusciti a trovare un sistema per scavare nelle profondità e raccogliere ghiaccio che racconta com'era il clima fino a 800mila anni fa. Adesso?
«Un nuovo progetto per il quale stiamo lavorando prevede di arrivare ad un milione e mezzo di anni. C'è un enigma da risolvere: 800mila si registrava un periodo glaciale ogni 100mila anni; prima di quella data, lo sappiamo dai sedimenti marini, la periodicità era di 40 mila anni. Dobbiamo scoprire il perché di questo cambio».
Cosa porta nella sua valigia lo scienziato?
«Carburante per tre mesi, gruppi elettrogeni, strumenti, cibo: il team logistico è stato formidabile: abbiamo sempre mangiato cose fresche cucinate al momento, fondamentale se devi lavorare a -30° o -40°».
Polo Sud, forte impatto psicologico.
«Devi essere stabile dal punto di vista emotivo. Negli ultimo due giorni con un collega siamo rimasti soli in un campo, l'unico essere umano era a 40 chilometri. Se cambia il tempo potrebbero non venire a riprenderti con l'elicottero; e ci si deve arrangiare con la tenda per sopravvivenza. Non è capitato, ma».
Leggendo il suo libro si scoprono i cicli di Milankovic.
«La terra ruota attorno al sole e varia movimento nel corso di decine di migliaia di anni: l'orbita ellittica assomiglia prima ad un pallone di calcio e poi ad uno da rugby, e ogni 100 mila anni l'inclinazione dell'asse cambia, più si inclina e più le regioni diventano estreme. Così, per esempio, la quantità di energia solare che arriva a Mestre, Padova o Treviso non è sempre la stessa ma varia a seconda del periodo. Milutin Milankovic, astronomo serbo ha calcolato tutto questo».
Se ci sono sempre state le glaciazioni, perché preoccuparci ora?
«Stiamo superando le soglie di non ritorno, quando ho cominciato a studiare c'erano allarmi se le parti per milione di anidride carbonica superavano quota 300, ora la media mondiale supera le 400».
Il trattato dell'Antartide terra di tutti.
«Funziona bene anche se è chiaro che ci sono interessi forti per l'area, soprattutto per la pesca. E i cinesi hanno nuove basi e stazioni in aree diverse».
È il Polo Sud ad alimentare la circolazione caldo/freddo del pianeta.
«Già. E se spariscono i ghiacci lasciano spazio a zone di mare aperto che si riscaldano e aumentano la circolazione del caldo. Senza le superfici bianche il clima della terra cambia».
Com'è la neve al Polo Sud?
«Qui l'acqua è purissima così, si percepisce a vista, la neve antartica è come la polvere»
I periti minerari agordini Quintino Da Roit, Aldo Fiocco e Antonio Fontanive hanno ottenuto un record mondiale nel nel 1961.
«Con sistemi rudimentali ma hanno per primi scavato una carota di ghiaccio di 115 metri con i belgi in Antartide: record mondiale di allora. Con le prossime campagne puntiamo ad arrivare a una carota di ghiaccio di 2700 mila metri. Dentro ci sarà la storia di un milione e mezzo di anni della nostra terra. Tagliata a pezzi di un metro la carota verrà distribuita agli scienziati dei dieci paesi e ognuno lavorerà per conoscere il ruolo delle polveri dei gas serra».
Un laboratorio unico?
«Metà del ghiaccio scavato rimane in Antartide come archivio, metà arriva in Europa. C'è il progetto di un unico posto di ricerca: Venezia è candidata con Brema e Berna. A Ca' Foscari c'è anche un dottorato in scienze polari».
Tempo libero in tre mesi al Polo?
«Quasi zero. Ma ho letto. dalla storia del Polo Sud dal 1912 a Cambiare l'acqua ai fiori una decina di libri. E sì, anche lì abbiamo avuto paura del Covid».

      
 

Ultimo aggiornamento: 16:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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