Carabiniera travolta da una valanga in Turchia: «Stavo morendo sotto un metro di neve» Ecco chi l'ha salvata

Lunedì 11 Aprile 2022 di Eleonora Scarton
Paola Favero (prima a sinistra) è stata salvata dopo essere stata travolta da una valanga
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BELLUNO - «Quando mi sono fermata, trascinata dalla valanga, ho capito che stavo morendo. Ho pensato alle mie due figlie e poi ho perso conoscenza». Paola Favero, già colonnello dei carabinieri forestali, originaria di Bassano del Grappa ma molto conosciuta in provincia per aver comandato il distretto forestale di Agordo e non solo, si è trovata faccia a faccia con la morte mentre stava discendendo il monte Baset, in Turchia. Eppure, grazie alla professionalità dei suoi compagni di cordata, si è salvata senza riportare nessun danno permanente.

Un vero e proprio miracolo, come lo definisce lei stessa. Un fatto accaduto il 30 marzo, che ha avuto ampio risalto nei media turchi, ma emerso solo ora in Italia, quando, rientrata, ha voluto dedicare un post sulla sua pagina Facebook, per ringraziare Mario Vielmo «a cui devo la vita» e per sensibilizzare all’importanza dell’utilizzo dello strumento Arva.

I FATTI
Era il 28 marzo quando Paola Favero, insieme ad un gruppo di 11 sciatori italiani, parte in direzione della Turchia. Non è la prima volta che la donna si reca in quello Stato, ma la prima in quella specifica zona. Una volta arrivati, il 30 marzo la prima uscita in montagna. La comitiva, accompagnata da due guide turche, stava scendendo con gli sci ai piedi il monte Baset, nel distretto di Gurpinar, in Turchia. «Quel giorno - racconta la donna -, le temperature si erano leggermente rialzate e c’era del vento, ma la neve sembrava stabile. Non c’era nessun campanello d’allarme». Favero sottolinea che la situazione in Turchia non è come qui da noi. Non ci sono bollettini meteo o valanghe; bisogna cercare di interpretare. Ma l’imprevedibile è accaduto. Durante la discesa una valanga è caduta travolgendo quattro sciatori italiani, tra cui Paola. Una valanga imponente, dal fronte di 150 metri di larghezza e che è scesa per 400 metri lungo il versante.

TRA LA VITA E LA MORTE
«Sono stata travolta dalla valanga – racconta la donna -. Ho iniziato a scendere finchè mi sono fermata. Mi sono resa conto che avevo poco ossigeno e che era giunto il mio momento. Ho pensato alle mie figlie, poi ho perso conoscenza». In superficie però nessuno si è arreso. Mario Vielmo, esperta guida alpina di Vicenza che ha già scalato 12 degli 8mila non ha esitato. Con sangue freddo ha iniziato ad utilizzare l’Arva e prima ha trovato un altro sciatore, sotto di soli 20 centimetri, per poi arrivare a trovare Favero.

«In pochissimo, si parla di 6/8 minuti, mi ha trovata sotto oltre un metro di neve – racconta la forestale in pensione -. Ha scavato a mano, per non perdere tempo. Mi ha trovata a faccia in giù. Mi ha aperto la bocca e mi ha tirato fuori la neve. Sembravo morta, mi ha raccontato, eppure mi ha colpito la nuca finché ho fatto un colpo di tosse e ho ripreso conoscenza. Ha creduto fino alla fine che potessi farcela. Se non era per lui, per la sua esperienza e per la sua capacità di utilizzare lo strumento, io non sarei qui». In Turchia infatti non sono preparati a questo tipo di interventi; non esiste un soccorso alpino, per intenderci. Ma l’intervento delle squadre Afad e Umke con l’elicottero del Comando del Corpo di Pubblica Sicurezza della Gendarmeria c’è stato, e Favero non può che ringraziare ancora loro. La cosa miracolosa comunque è che la donna non ha avuto nessun danno tant’è che già nel corso della stessa giornata è stata dimessa dall’ospedale in cui era. Dopo le dimissioni dall’ospedale è tornata in hotel e l’8 di aprile è tornata in Italia. «Prima di tornare in Italia siamo tornati sul posto per vedere e misurare la valanga – racconta ancora Favero -. Sia per curiosità sia soprattutto per superare l’accaduto. Sono tornata subito anche sugli sci perché non mi rimanesse il trauma».

IL RITRATTO
Paola Favero ha 61 anni ed è originaria di Bassano del Grappa. È una grande appassionata di montagna tant’è che scia ormai da 45 anni. Ma in questi anni ha raccontato anche la nostra montagna, sia l’evento di Vaia sia le tante difficoltà che essa vive quotidianamente. Difficoltà che conosce molto bene in quanto è stata per tanti anni coordinatrice del distretto forestale di Agordo e comandante del Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Vittorio Veneto. Inoltre ha prestato servizio al Coordinamento Distrettuale di Asiago ed è stata responsabile dell’educazione ambientale presso il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. 

Ultimo aggiornamento: 16:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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