Segugio denutrito: «Zero maltrattamenti, ​tutte illazioni»

Mercoledì 26 Settembre 2018 di Alessia Trentin
Segugio denutrito: «Zero maltrattamenti, tutte illazioni»

BELLUNO - «I maltrattamenti? Tutte illazioni». Il caso del cucciolo di segugio trova un lieto fine. Il Servizio Veterinario di Sanità Animale dell'Usl 1 Dolomiti fa chiarezza sulla storia che nelle scorse settimane ha scosso il web. A parlare è il direttore del Servizio, Gianluigi Zanola. Risponde a tono alle ipotesi e alle accuse rivolte dagli animalisti al proprietario dell'animale e all'azienda sanitaria e chiarisce le dinamiche dell'accaduto. A ricostruirli, con precisione anche oraria, è sempre Zanola. «Erano le 19.30 del 13 settembre quando è stato portato al canile un segugio trovato nel comune di Arsiè spiega - L'animale è arrivato con la signora Gasparo dell'Associazione San Francesco. Il mattino seguente alle 8.30 il responsabile del canile sanitario, il dottor Manzi, ha visitato il cane».

 Verificata l'assenza di identificazione il cucciolo è stato dotato di microchip, quindi il veterinario ha constatato la magrezza e la presenza di piccole lesioni dovute, probabilmente, a precedenti punture di zecche. «Non aveva pulci né zecche al momento della visita», precisa Zanola, chiarendo quanto finora circolava tra i cittadini sulle condizioni di salute della bestiola. La vicenda ha assunto una svolta alle 10.30, quando un uomo si è presentato alla struttura dicendo di essere il proprietario del cane. Il veterinario, allora, ha rivolto tutte le domande del caso. «Gli sono state chieste le modalità di perdita del cane e per quale motivo fosse così magro prosegue Zanola - La persona allora ha spiegato di aver affidato il segugio ad un cacciatore per l'addestramento ma che questi, da quindici giorni, aveva perso l'animale. Il cucciolo faceva le feste all'uomo, dimostrava di conoscerlo e gli è andato incontro. Questo, insieme alla spiegazione del motivo della magrezza, ci ha lasciati del tutto tranquilli. Se vagava da quindici giorni è del tutto normale che fosse denutrito». Sulle costole in evidenza e sul fatto che l'animale sia stato restituito al proprietario, le associazioni animaliste hanno sollevato una battaglia. Ma l'Uls smentisce ogni ipotesi di maltrattamento da parte del proprietario o di chi per lui verso il cucciolo, spiegando con chiarezza e motivando i fatti. «La persona ha voluto riprendere con sé il cane, ha pagato le spese e anche la sanzione per l'assenza di microchip conclude Zanola - Chi accetta di versare dei soldi e di essere sottoposto a eventuali indagini se non è interessato all'animale? L'intera vicenda ci ha fatto pensare a tutto meno che al maltrattamento».
I PRECEDENTIInsomma, la procedura seguita dal Servizio è stata corretta e ha ricalcato quella prevista dalla legge, non è stato lasciato nulla al caso né si è usata leggerezza, viene spiegato.

Ci sono casi in cui il Canile non restituisce il cane al suo proprietario, ne capitano un paio all'anno di media; avviene quando i veterinario colgono i segnali di maltrattamento, allora l'animale viene trattenuto e protetto in struttura. Ma, questo, non era il caso del piccolo segugio.

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