Caldaia mangiasoldi nella casa Ater, batoste da 4500 euro per un alloggio di 76 mq

Bollette da capogiro e per la prossima stagione ci si attende di spendere anche 1500 euro in più: «Impianto vecchio, da anni chiediamo il cambio»

Sabato 6 Agosto 2022 di ​Simone Tormen
La palazzina Ater di Villabruna: consumi boom della caldaia
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FELTRE - Spese pazze. Succede a Villabruna: nelle case popolari della frazione, l'inverno appena trascorso ha portato in dote bollette da record. E ora scoppia la rivolta dei residenti. A farsi portavoce dei malumori è Loreta, allibita di fronte alle cifre ed esausta per il silenzio dell'Ater, proprietaria dell'appartamento. Anni passati a chiedere, inutilmente, di sostituire quella vecchia caldaia che le sta facendo spendere un sacco di soldi. Anche le ultime richieste sono cadute nel vuoto; e di fronte al nulla di fatto, se Ater non metterà mano alla caldaia, saranno gli inquilini a dover mettere mano al portafogli di nuovo: per continuare a pagare bollette da capogiro.

Tutta colpa della vecchia caldaia a gasolio che alimenta l'impianto centralizzato del condominio in cui Loreta vive con altre tre famiglie. Un dispositivo malfunzionante che continua a bruciare, insieme al gasolio, anche i soldi dei condòmini.

LA TESTIMONIANZA
«Sono arrivata a pagare quasi 4500 euro quest'anno, per il solo riscaldamento - spiega Loreta -. Una cifra folle, per un appartamento di 76 metri quadri. Per avere un'idea dei consumi, nei soli primi venti giorni di aprile sono stati consumati 1000 litri di gasolio». Non si tratta solo dei rincari dell'energia, che sono una realtà sperimentata un po' ovunque; qui sembra esserci l'aggravante del «silenzio doloso»: «Sono anni che chiediamo che la caldaia venga sostituita ma non ci ascolta nessuno. È un impianto vecchio: consuma e porta a sprechi. Non siamo più in grado di sostenere le spese». Consumi eccessivi per il riscaldamento, ma anche sprechi di acqua quando si aprono i rubinetti. «La temperatura a cui è impostato il riscaldamento è alta. D'inverno sono addirittura costretta ad aprire le finestre per il troppo caldo. E anche l'uso dell'acqua è un problema: prima che inizi a uscire dai rubinetti quella calda ci vogliono dei minuti e si sprecano litri e litri di acqua. E quando esce, si rischia di ustionarsi». I condòmini si sono attrezzati per provare a risparmiare, ma non sembrano esserci soluzioni. «Abbiamo contattato un tecnico, provando a chiedergli di abbassare almeno la temperatura; ci ha risposto che non ci sono alternative: l'impianto è vecchio e tenere la temperatura così alta è l'unico modo per farlo funzionare». C'è preoccupazione, prima di tutto per il futuro: con i costi che si stanno profilando all'orizzonte, il prossimo inverno potrebbe mettere in ginocchio gli inquilini. «Sono preoccupata continua Loreta. La previsione di spesa per quest'anno dovrebbe salire di altri 1500 euro. Parliamo di 6000 euro. È normale pagare queste cifre? Basterebbe solo prendere in mano la situazione e cambiare la caldaia, tutto qui».

L'ATER
Sulla questione, la l'Ater fa sapere che stanno facendo le verifiche necessarie e precisano: «Innanzitutto, non è nostra prassi mancare di rispondere alle richieste e nemmeno ai reclami: una risposta, positiva o negativa che sia, siamo convinti vada sempre data - assicura Ilenia Rento presidente dell'azienda -. Verificheremo se le comunicazioni siano arrivate agli indirizzi giusti e, in ogni caso, daremo una risposta alla signora.Verifichiamo il caso e daremo risposta. La questione del risparmio energetico è comunque un tema ormai centrale. L'azienda ha infatti tra le mani un patrimonio immobiliare piuttosto vetusto ma le azioni per efficientare gli immobili non  mancano. «Siamo impegnati da diversi anni - continua Rento nel cogliere i finanziamenti per la riqualificazione dei nostri alloggi. Parliamo di sostituzioni di centrali termiche, cappotti, sostituzione di serramenti. Il patrimonio immobiliare è ampio, ma siamo impegnati per migliorare le cose».

Ultimo aggiornamento: 17:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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