Fratelli contro: Moreno e Gianluigi Della Vecchia presentano il derby San Giorgio-Belluno, da dirigenti avversari

Venerdì 23 Ottobre 2020 di Alessandro De Bon
Il Coi de Pera dei fratelli Della Vecchia che nel 2007 vinse la Terza categoria: Moreno è il quarto da sinistra in piedi, Gianluigi il terzo da destra

Finisce pari. No, vinciamo noi. Il derby San Giorgio-Belluno di domenica (ore 14.30, biglietti in prevendita al Bar Centrale di Sedico) si può anche leggere Moreno-Gigio. Il derby dei fratelli Della Vecchia, Moreno e Gianluigi, figli di Dino, uno dei senatori a vita del calcio provinciale. Moreno e Gianluigi, classe ’83 e classe ’78, oggi divisi tra le dirigenze, ieri insieme in campo. Il primo direttore sportivo del San Giorgio, il secondo consigliere d’amministrazione e uomo dei conti del Belluno. Oggi, ma ieri Moreno e Gigio erano dalla stessa parte, con le stesse maglie. Il primo a cercar spazio sulla trequarti, il secondo a buttarla dentro, davanti a tutti. Insieme nel Ponte nelle Alpi, nel Codissago e nel Coi De Pera, la squadra dei Della Vecchia, fondata da loro, da papà e da altri amici nel 2007. «Tra i due la carriera dignitosa l’ho fatta io», attacca Gigio. «Sì ok, quello forte era lui».
Ora però è tempo di derby, il primo della storia tra San Giorgio Sedico e Belluno, in serie D. Ve lo sareste mai aspettato?
Moreno: «Sì perché sono un ottimista. Guardo sempre avanti e sapevo che sarebbe successo; mi piacciono le sfide che vanno un po’ più in là del lecito. Dopo essere riusciti a giocare il derby Ponte-Coi, in Seconda categoria, ci stava anche un San Giorgio-Belluno in D».
Gigio: «No. Dopo aver giocato tanto insieme però ero sicuro che lui sarebbe rimasto nel calcio, sul campo; io al massimo posso fare il dirigente, mi manca il tempo».
Chi vi ha portato in società?
Moreno: «Caio Fant e Paolo De Cian, su indicazione di Augusto Fardin, direttamente dalla Terza categoria. Devo ringraziare loro, e i risultati ottenuti».
Gigio: «Perissinotto a forza di dirmi “dai, entra” la domenica allo stadio».
In cosa è bravo tuo fratello?
Moreno: «È un grande manager. È più quadrato di me, io sono più naif. È lui quello che avrà successo dei due, nel calcio e nel lavoro. Perché è capace e perché è ambizioso».
Gigio: «È bravo a raggiungere gli obiettivi che si pone, è una persona estremamente determinata».
Ora il derby: come finisce?
Moreno: «1-1, per noi segna Tibolla. Potrebbero deciderla i calci piazzati, su cui loro sono più forti di noi».
Gigio: «0-1, la decide Posocco. Magari con una prodezza da calcio piazzato».
Chi ruberesti all’altro?
Moreno: «Salvadego. Ci ho pure parlato ma non mi permetterei mai di portarglielo via, anche perché sono permalosi (sorride, ndr). Anzi, siamo noi presuntuosi a pensarci, ma è proprio quello che ci servirebbe. E poi prenderei pure Lazzari, Perissinotto, Carbonari e mio fratello. Sono bravi e li vorrei qui perché qui abbiamo più ambizioni...».
Gigio: «Sottovia, per metterlo di fianco al Cobra».
La forza dei rispettivi rivali?
Moreno: «Il gruppo».
Gigio: «La società, persone come De Cian fanno la differenza. E aggiungo la mole di volontariato su cui possono contare».
Il San Giorgio è?
Moreno: «L’amore che ci mettono Fant e De Cian, con cui mi hanno contagiato. Il nostro primo pensiero al mattino, dopo la famiglia, è il San Giorgio».
Gigio: «Una società che grazie alla passione e alla determinazione ha raggiunto un traguardo forse impensabile. E meritatissimo».
Il Belluno è?
Moreno: «Una delle mie squadre e il punto di riferimento in provincia. Puoi arrivargli davanti o dietro, ma Belluno resta il Belluno».
Gigio: «Una società di poche persone, ma serie. E poi è la storia, è la squadra che rappresenta il calcio del territorio».
Come immaginate San Giorgio e Belluno nel 2030?
Moreno: «Insieme. Per fare calcio in maniera seria in questa provincia bisogna partire buttando giù i campanili».
Gigio: «Io sono per l’unione, e il San Giorgio lo sa. Mi immagino una sola squadra tra i professionisti che porti tanta gente dalla provincia allo stadio. Non ci manca nulla per riuscirci e sinceramente non aspetterei il 2030».
Permettete una parentesi: Gigio presidente del Belluno?
Moreno: «No, perché è più ambizioso del Belluno».
Gigio: «Avrei potuto esserlo, ma credo che sia una carica che ancora per un po’ debba ricoprire qualcuno con più storia di me alle spalle. Dopodiché non si sa mai».
Il più bel ricordo con il pallone insieme?
Moreno: «Le partite in casa, tra il salotto e la cucina. Ha 5 anni più di me, ma mi difendevo bene».
Gigio: «Anche se eravamo nella categoria più bassa del calcio italiano dico le vittorie con il Coi de Pera. Io, lui e papà».
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