La costringeva a fare sesso, in cambio le dava i soldi per mantenere la famiglia: ex condannato a 7 anni

Giovedì 21 Aprile 2022 di Davide Piol
Violentata e maltrattata per dodici anni: l'ex condannato a sette anni
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CADORE - Sette anni di reclusione per averla maltrattata e costretta a subire atti sessuali in cambio di soldi per mantenere la famiglia. È la condanna inflitta ieri dal giudice, in composizione collegiale, nei confronti di un 47enne residente in Cadore.

Per 12 anni (ma per la parte civile sono quasi 15) ha reso la vita della sua ex compagna un inferno, minacciandola di morte con un coltello, pretendendo che soddisfacesse i suoi desideri sessuali, insultandola in modo costante e portando l’amante a casa. Episodi che si sarebbero consumati davanti ai due figli minorenni. 


IL RISARCIMENTO


E proprio nei loro confronti il giudice ha stabilito un risarcimento: 10mila euro per la donna e 5mila per ciascuno dei figli, per un totale di 20mila euro. Inoltre c’è anche l’interdizione della potestà genitoriale per due anni. L’uomo era difeso dall’avvocato Maurizio Paniz (sostituito da Carmen Maraviglia), mentre la donna e i due figli erano assistiti dall’avvocato Roberto Granzotto. Il processo, iniziato nel settembre 2021, si è svolto a porte chiuse, blindando dunque i testimoni che si sono susseguiti nelle varie udienze, i carabinieri che hanno svolto le indagini fino alle persone vicine ai diretti interessati. L’imputato li ha visti sfilare tutti. Si è seduto accanto al suo avvocato e ha partecipato al dibattimento fino alla fine. I reati contestati dalla Procura della Repubblica sono maltrattamenti e violenza sessuale. Per quest’ultima accusa ci sarebbe un episodio specifico, riferito a febbraio 2020, e alcune situazioni antecedenti che hanno assunto la forma del “ricatto”. Scattava quando la donna – che all’epoca dei fatti faceva la casalinga – aveva bisogno di soldi per badare alle faccende domestiche, ad esempio la spesa. Lui la accontentava soltanto in cambio di prestazioni sessuali.


LE CONTESTAZIONI


Numerosi, invece, i maltrattamenti che secondo la pubblica accusa sarebbero durati dal 2008 fino al 2020 nella casa in cui vivevano a Pieve di Cadore. Una ventina gli episodi contestati. Discussioni continue e offese pesanti anche davanti ai figli minorenni. Un giorno l’avrebbe minacciata di morte con un coltello procurandole uno stato di ansia e di timore molto forte dal momento che la cugina della donna è stata vittima di femminicidio. La situazione è continuata in questo modo per 12 anni. I carabinieri, ascoltati nella prima udienza del settembre 2021, hanno ripercorso le fasi dell’indagine e poi è stato il turno delle persone con cui la donna si era confidata. Alcuni episodi sono stati confermati, altri meno, a causa di alcune contraddizioni.


C’è un altro procedimento penale, inoltre, che vede coinvolte le stesse persone, ma a ruoli invertiti. Questo processo è partito da una denuncia per sottrazione di minori che il 47enne aveva fatto nei confronti della moglie. Le contestava cioè il fatto di esser fuggita di casa con i bambini, all’improvviso, facendo perdere le proprie tracce (inchiesta per il quale il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione). A seguito di questi fatti, erano emersi i maltrattamenti che avevano fatto partire un secondo procedimento terminato ieri mattina, in Tribunale a Belluno. Nonostante la richiesta del pubblico ministero, pari a 5 anni e mezzo di reclusione, il giudice si è spinto oltre condannandolo a 7 anni, al risarcimento di 20mila euro e al pagamento delle spese di lite. A pesare nella formulazione della condanna è stata la continuazione dei reati, cioè l’aver continuato a perpetrare i reati nei confronti della donna. Il giudice ha però applicato uno sconto di pena perché l’imputato è incensurato. 

Ultimo aggiornamento: 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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