Il Piano della Provincia per abbattere 3mila cervi diventa un caso nazionale

Domenica 19 Luglio 2020 di Federica Fant - Alessia Trentin
Via libera ad abbattere 3mila cervi: caso nazionale
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BELLUNO Il piano di contenimento dei cervi previsto dalla Provincia di Belluno ha avuto una risonanza nazionale ed è arrivato anche sul programma di Radio 24 “La Zanzara”, condotto dai giornalisti Giuseppe Cruciani e David Parenzo. E intanto anche in provincia si assiste alla levata di scudi degli animalisti che chiedono di lasciare che la natura si regoli da sola e di lasciare che «il lupo faccia il lupo».
IL CLAMORE
Venerdì sera una parte della puntata “La Zanzara” è infatti stata dedicata proprio al dibattito tra i conduttori, favorevoli al piano di Palazzo Piloni, e gli animalisti che si sono scagliati contro il Bellunese. «Io sono favorevole – ha dichiarato Cruciani -, se c’è un’altra soluzione la si adotti, ma se questi cervi sono un problema, sia per l’agricoltura sia perché sono in eccesso, se è positivo perché non ammazzare un cervo? Qual è il problema?». Sempre provocatorio, il conduttore ha così dato il la alla discussione scontrandosi con gli ascoltatori in linea contrari alla decisione dell’ente. «Anche in India ci sono 1 miliardo e 200 milioni di persone – ha dichiarato un ascoltatore -, sono troppe, come facciamo se non si riescono a sfamare? Si possono introdurre i lupi, che sono predatori naturali dei cervi, così si risolve il problema in modo naturale». Il dibattito è proseguito per diversi minuti, con Cruciani schierato dalla parte di Palazzo Piloni. «Io non riesco a comprendere la gravità – ha dichiarato -, se hanno ordinato l’uccisione di 3mila e rotti cervi avranno le loro ragioni o sono pazzi nazisti?».
SIAMO TUTTI ANIMALI
Cristiano Fant, di “Siamo tutti animali”, movimento antispecista bellunese, si schiera dalla parte di cervi, caprioli, mufloni, lupi e corvi. «Partiamo dal presupposto che i censimenti li fanno i cacciatori - esordisce Fant riferendosi ai dati forniti dalla provincia -, nel 2019 per esempio si sono contati 10.400 cervi, il piano di abbattimenti prevedeva la morte di 2943 esemplari, ne sono stati uccisi 2673, i caprioli sono stati conteggiati in 13.607 esemplari, il piano di abbattimento ne prevedeva 2246, ne sono stati uccisi 1682. Il dato dei mufloni è il seguente: contati 2428, previsti da abbattere 480, uccisi 350». «È impossibile censire tutti gli animali selvatici, direi impensabile – fa notare Cristiano Fant -. È una stima. Non trovo corretto che, ogni volta che c’è un problema che riguarda l’essere umano lo si risolva con dei piani di abbattimento». 
IL LUPO
Un passaggio Fant lo dedica al lupo, quando «leggo Michele Nenz della Coldiretti che sostiene che questo predatore dovrebbe tornare a cibarsi della fauna selvatica e dovrebbe essere riportato nella sua sede naturale. Il lupo è tornato a casa sua, nel bosco. Se lo si mette nelle condizioni di cacciare gli ungulati, si ciberà di quelli». Non solo. Il lupo, stando a dati che ha citato Fant, è solo il quarto dei problemi degli allevatori, in ordine di importanza. Prima ci sono aspetti più economici: il prodotto finale vale meno, rispetto ad un tempo, le zone di alpeggio costano troppo e l’allevamento stesso è calato del 40%. «Leggo sulla stampa, poi, che in alcuni casi è possibile sparare al lupo, ma ci rendiamo conto che abbattere un esemplare significa avere gravi problemi -prosegue -? Se si uccide il capobranco gli altri lupi si disperdono è questo può avere effetti spaventosi». Per Fant bisognerebbe lasciare che il lupo faccia il lupo, «va ghiotto di cinghiali». Su questi ultimi il presidente di “Siamo tutti animali” fa una chiosa: «I cinghiali presenti oggi nel nostro territorio non sono la razza autoctona. Sono il prodotto dell’incrocio tra cinghiali importati dall’est Europa dai cacciatori negli scorsi anni, che si sono incrociati con i nostri, che erano più piccoli e figliavano una volta all’anno». Sui corvi infine: «Ci sono sempre stati, vorrei avere le prove dei danni che causano».

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Ultimo aggiornamento: 09:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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