Arriva mister Dinamite per "curare" la storica frana alla Busa del Cristo

Giovedì 10 Giugno 2021 di Giuditta Bolzonello
La frana alla Busa del Cristo

PERAROLO DI CADORE - La natura fa il suo corso, ieri pomeriggio una colata di materiale è scesa dalla frana di Perarolo arrivando nel Boite; ma l’uomo non sta a guardare. In programma entro giugno l’operazione di mitigazione del rischio crollo della Busa del Cristo: ci penserà il massimo esperto di esplosivi a chiudere la prima fase della pratica usando l’esplosivo. Poi, alleggerito il fronte, si potrà lavorare alla base. E’ di ieri il cedimento di 4-5 mila metri cubi circa di materiale collassato nel Boite; il materiale è stato tolto per garantire il regolare flusso al torrente. Puntuale l’informazione fornita dall’assessore regionale Gianpaolo Bottacin che segue l’evoluzione del fenomeno e che conferma il programma che prevede di alleggerire il corpo di frana con l’esplosivo. 
 

SITUAZIONE METEO
«Il fatto che sia sceso del materiale spontaneamente - spiega Bottacin - conferma che la frana non è ancora sufficientemente stabile per far intervenire senza rischio gli operatori». Le piogge di maggio, e le ultime di questi giorni hanno contribuito al movimento franoso, ora bisognerà attendere che la situazione meteo migliori per dare il via alla posa dell’esplosivo che farà cadere una quantità di materiale sufficiente a garantire la fase successiva, quella dei lavori.
 

IL FRONTE DA RIMUOVERE
A predisporre le cariche Danilo Coppe, l’uomo degli esplosivi, lui ha fatto crollare il ponte Morandi di Genova e per restare in provincia si è occupato del movimento franoso di Schiucaz in Alpago. «Noi siamo pronti, appena ci saranno le condizioni in 48 ore montiamo e procediamo». Si tratta di un intervento che va coordinato nei minimi dettagli con tutti gli enti coinvolti, da Enel alle Ferrovie ai Bacini di pesca all’amministrazione locale, e che vede in Veneto Strade il soggetto attuatore. Servirà qualcosa come una tonnellata di esplosivo per far scendere da 15 a 20 mila metri cubi di materiale; un problema ben noto anche agli esperti questo di Perarolo che presenta un versante geologicamente molto complesso. Si dovrà costruire un passaggio per il flusso del torrente, si prevede che tutto l’alveo possa essere interessato dal materiale di frana. 
 

UNICA SOLUZIONE
Questa resta l’unica soluzione possibile, alleggerire quel fronte e in un secondo momento fare delle opere al piede, opere di contenimento. Le famiglie sfollate ormai da mesi hanno delle finestre temporali per accedere alla casa, da luglio, se tutto andrà come da programma e verificate le condizioni di sicurezza, potranno tornare al loro domicilio. Questa la speranza. La Regione ha già messo 1,2 milioni di euro ma si prevede che saranno 5 i milioni a disposizione entro l’anno, e poi ci sono i rinnovati sistemi di sicurezza. Come interventi sono previste nuove opere di difesa passiva dell’abitato, drenaggi del corpo frana e potenziamento dell’argine. «L’obiettivo - assicura Bottacin - è quello di garantire la maggior sicurezza possibile al paese, dando una risposta concreta e adeguata non solo per le abitazioni e le famiglie che vivono ai piedi della frana, ma anche per l’intera comunità di Perarolo».
 

Ultimo aggiornamento: 18:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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