«La frana sta per collassare, si muove con accelerazione: è allarme rosso»

Giovedì 11 Febbraio 2021 di Olivia Bonetti
La frana della Busa del Cristo sta per collassare

 «La frana è in evoluzione: ci aspettiamo che succeda qualcosa». Non nasconde la preoccupazione il sindaco di Perarolo, Pierluigi Svaluto Ferro. La Busa del Cristo ha alzato la voce e, dopo 20 anni, ha avuto un’accelerazione che preoccupa non solo il primo cittadino, ma anche i geologi, l’assessore regionale alla protezione Civile, Gianpaolo Bottacin. L’esponente della giunta regionale però rassicura: «Stiamo osservando la situazione in maniera assolutamente scrupolosa, con il monitoraggio strumentale e con un presidio a vista».
IL PERICOLO
Solo martedì la frana ha scaricato nel Boite 600 metri cubi di materiale e nelle ultime ore si è mossa di un metro. «Ovvero 10 volte tanto rispetto a quanto accadeva in precedenza - spiega il professor, Antonio Galgaro che segue la frana da 20 anni - quando hanno questa velocità siamo vicini al collasso». Ci sono altre migliaia di metri cubi di gesso e argilla, che imbevuti d’acqua sono diventati quasi plastilina, che pendono sul paese. In caso di distacco ostruirebbero la sinistra orografica del corso d’acqua, causando fenomeni alluvionali in paese. «Impossibile una stima del materiale», afferma il sindaco. «Il problema - prosegue il sindaco - sono proprio quelle masse che potrebbero mettersi in moto e sono di difficile stima. Sicuramente ci saranno dei rilasci di migliaia di metri cubi di materiale. Il primo impatto che il corpo frana potrebbe avere è sull’alveo del torrente Boite: quantitativi elevati potrebbero ostruire il deflusso». «Siamo presenti sul sito con il nostro geologo della Protezione Civile regionale per i puntuali rilievi del caso - spiega l’assessore Bottacin -, mentre la nostra Unità Organizzativa del Genio Civile di Belluno ha già approntato i mezzi per un eventuale pulitura dell’alveo qualora scendesse del materiale in grado di ostruire il deflusso del Boite». «Nella fase attuale il movimento del corpo franoso è troppo rapido per poter avviare gli interventi che abbiamo previsto - dettaglia l’assessore -, ovvero il consolidamento del piede di frana, i drenaggi e un alleggerimento della parte superiore del corpo franoso, anche se noi saremmo già pronti sia in relazione alle risorse economiche che per quanto riguarda gli interventi, definiti in una recente riunione insieme al professor Casagli dell’Università di Firenze e presidente dell’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica e il professor Galgaro dell’Università di Padova».
L’ALLARME ROSSO
La Prefettura ieri con una nota ha spiegato quale sia la “Procedura di emergenza relativa alla frana Busa del Cristo”, con le varie soglie di allertamento, e che domenica sera si era registrato l’allarme rosso «il livello più grave che potrebbe presagire al raggiungimento del collasso del versante con una evoluzione rapida del fenomeno». «Nei prossimi giorni - ha spiegato Palazzo dei Rettori - sarà organizzato un apposito incontro per verificare l’esigenza di aggiornare la procedura, tenuto conto del possibile mutamento di tale specifico scenario di rischio».
GLI SFOLLATI
In questa situazione poi c’è un dramma nel dramma: le 6 persone che ancora una volta, dopo un Natale passato fuori casa, hanno dovuto rifare le valige e lasciare la propria abitazione. Tra questi 4 ultraottantenni e una bimba di 7 anni, che lunedì, quando è scattata l’evacuazione non voleva andarsene da casa. «Quando ho detto a mia figlia che ci avrebbero fatto uscire di casa è esplosa in un pianto», racconta Anna Castellani, che abita in via Carsiè, al civico 3 dove ha anche lo studio da commercialista. Da dicembre è la seconda volta che deve lasciare casa e studio. «L’altra volta avevo anche la scadenza fiscale del 10 dicembre - spiega -ho subito dei danni, che nessuno mi risarcirà». Ora è alloggiata dai vicini. «Sono delle persone splendide e li ringrazio - prosegue - ma questa situazione è tremenda per tutti noi. Vedere Giancarlo (l’anziano residente) fare le valigie per l’ennesima volta e Franca sua moglie piangere mi ha stretto il cuore». Ieri mattina altre persone in piazza Roma stavano per essere evacuate, ma dopo un paio d’ore sono potute restare a casa. Tiziana Mascolo, referente del Comitato per il futuro di Perarolo, racconta questi 20 anni con la valigia pronta. «I primi crolli consistenti sono avvenuti nel 2000- spiega - e oggi il fronte principale della frana dà segnali di collasso. C’è stato un incontro 20 giorni fa, promosso dall’assessore Bottacin, che ringraziamo. Aspettiamo speranzosi, son 5 anni che ci battiamo».
 

Ultimo aggiornamento: 08:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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