Fuga degli autisti da Dolomitibus: «Bisogna aumentare gli stipendi»

Martedì 20 Dicembre 2022 di Lauredana Marsiglia
Fuga degli autisti da Dolomitibus: «Bisogna aumentare gli stipendi»

BELLUNO - Bene la nuova flotta green di Dolomitibus che entrerà in servizio a Cortina, dal primo gennaio, ma il vero problema, afferma il sindacato, è la drammatica carenza di personale che affligge l'azienda di trasporto pubblico. L'estensione del servizio su Cortina avrebbe inoltre aggravato il problema, aumentando la fuga da un mestiere «sottopagato e pieno di rischi». Servono stipendi più pesanti, commisurati ai sacrifici e ai rischi.
«Oggi il servizio è garantito esclusivamente dal lavoro in straordinario a cui sono costretti i dipendenti di Dolomiti Bus per coprire la mancanza di almeno 40 autisti», afferma Stefano Bergamin della segreteria Fit Cisl Belluno Treviso nel commentare la presentazione della nuova flotta di bus ecologici dell'azienda bellunese del trasporto pubblico locale avvenuta domenica.


PROBLEMA DA RISOLVERE
«Il servizio di trasporto pubblico - sottolinea Bergamin - è un servizio sociale garantito dalla Costituzione, necessario per la vita quotidiana dei cittadini, soprattutto in un territorio complesso come quello di Belluno.

Bene il potenziamento anche in vista della Olimpiadi del 2026, ma quello che serve alla comunità è un trasporto pubblico stabile e garantito nel tempo. E perché questo diventi realtà, non basta rinnovare la flotta dei mezzi, ma occorre affrontare con l'intento di risolvere una volta per tutte il problema della carenza di personale, che non ha solo a che vedere con la difficoltà a reperire lavoratori che vogliano mettersi alla guida di un autobus».


«MEGLIO LA FABBRICA»
Bergamin infatti fa notare le continue dimissioni da parte di chi lavora in Dolomiti Bus, spiegandone anche le cause. «È chiaro che i lavoratori, a parità di stipendio, preferiscano un posto in fabbrica - dice -, che garantisce meno responsabilità, sabato e domenica liberi, orari fissi e tutte le ore d'impegno giornaliero pagate. L'autista, invece, a fronte di un impegno giornaliero che, tra soste tra un servizio e l'altro (che non sono retribuite) e straordinari, può arrivare fino a 14 ore fuori casa, viene pagato per 6 ore e mezza al giorno ed è costretto anche a subire le lamentele dell'utenza, come se fosse il front office dell'azienda, oltre che affrontare le strade che, in una provincia come quella di Belluno, soprattutto in inverno, presentano insidie e difficoltà».


NUOVE DIMISSIONI
La vicenda Se.Am., con il passaggio del servizio di trasporto di Cortina e dei lavoratori in Dolomiti Bus per far fronte alla mancanza di autisti, «è l'evidenza della situazione attuale del trasporto pubblico in provincia di Belluno - sottolinea Bergamin -: molti autisti, alla notizia della fusione con Dolomiti Bus, hanno preferito dare le dimissioni, creando ulteriori carenze di personale». La soluzione, per la Fit Cisl di Belluno Treviso, è una sola: mettere al centro del progetto Dolomiti Bus le donne e gli uomini che quotidianamente si impegnano per mandare avanti l'azienda. «Valorizzando chi è in azienda si avrà l'effetto di limitare ulteriori dimissioni e questo sarà il miglior biglietto da visita da presentare per incentivare i giovani a intraprendere una carriera lavorativa in un territorio meraviglioso come quello bellunese e soprattutto a condizioni dignitose».

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