Botte in famiglia, pianificano l'omicidio del padre-mostro

Mercoledì 4 Luglio 2018 di Olivia Bonetti
Botte in famiglia, pianificano l'omicidio del padre-mostro
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ALPAGO - Aveva trasformato la vita famigliare in un inferno tale, con continue botte alla madre e ai figli, da spingere i due ragazzini a meditare di uccidere quel padre-padrone per salvare la donna. Una storia terribile quella approdata ieri di fronte al gup Elisabetta Scolozzi, una vicenda emersa nel marzo scorso quando la moglie chiese aiuto ai carabinieri. Era l'ennesima aggressione e l'uomo, un 50enne, le stava lanciando addosso i bicchieri dell'attività che i due gestivano in Alpago. È così che quell'inferno iniziato nel 2016 è venuto a galla. Episodi ripetuti di maltrattamenti non solo ai danni della compagna, ma anche dei due figli minorenni.
Ieri mattina, nell'udienza che si è tenuta in Tribunale a Belluno, l'avvocato della difesa dell'uomo, Roberta Resenterra di Feltre, ha chiesto e ottenuto il rinvio al 9 ottobre, per riunire i due procedimenti che sono nati dai fatti denunciati in questi anni. Sempre ieri moglie e figli, si sono costituiti parte civile. Sono difesi dall'avvocato Alessandra Conti che ieri era sostituita dal collega Stefano Zallot.
«Vedrete cosa vi succederà, vedrete cosa vi farò». Frasi ripetute alle persone che avrebbe dovuto amare. Così l'uomo si sarebbe rivolto ai figli e alla moglie. E ancora ai ragazzini: «Voi non siete figli miei, siete figli di un corno». E i minorenni assistevano impotenti a quelle continue liti. La loro madre veniva aggredita con schiaffi al volto, manate sulla schiena, strattoni, mani al collo, spintoni, umiliazioni e insulti continui. I due minorenni, impauriti, avrebbero comunque cercato in qualche occasione di affrontare il padre, frapponendosi tra lui e la madre, per cercare di salvarla. E avrebbero iniziato a pianificare l'omicidio di quel mostro, portando nei vestiti dei coltelli per aggredirlo in caso di un ennesimo attacco. Uno dei due ragazzini, il più debole, avrebbe anche meditato il suicidio con il tentativo di gettarsi dalla finestra. Una vicenda orribile, che sarà probabilmente custodita nell'aula senza pubblico, nel processo che potrebbe svolgersi con rito abbreviato. La Procura aveva chiesto il processo immediato e l'uomo è stato allontanato dalla casa famigliare. Alla fine, ieri, il procedimento è stato rinviato per la unificazione al secondo processo, nato dalla prima denuncia della donna per i fatti tra 2016 e 2017.
Il marito, a sua volta, ha denunciato la moglie minacce e appropriazione indebita: una vicenda che è in fase di indagini. Ha denunciato di non aver trovato i suoi oggetti come la macchina fotografica, telefono iPad cellulare e di essere stato costretto a dormire nel bagno degli invalidi del locale che i due gestivano. Ha denunciato di aver ricevuto minacce di morte dalla donna.
 
Ultimo aggiornamento: 16:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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