Cortina, botte in discoteca a due minorenni: tre romani ai lavori sociali

A Capodanno dello scorso anno i giovani furono aggrediti e feriti da 3 maggiorenni. Accolta la richiesta di sospensione del processo per “messa alla prova”

Lunedì 13 Marzo 2023 di Barbara Carbone
Cortina, botte a due romani: andranno ai lavori sociali

CORTINA - Hanno ammesso di aver commesso i reati contestatigli e verranno assegnati ai lavori socialmente utili i tre ventunenni romani che, a Capodanno dello scorso anno, pestarono due concittadini di soli 15 anni all’interno della discoteca Janbo a Cortina d’Ampezzo. Edoardo Versace, Matteo Tamburrini ed Edoardo De Vito hanno infatti chiesto la sospensione del processo per messa alla prova.

Cortina, botte a due romani

Si tratta di una disciplina prevista dalla legge Cartabia che consente all’imputato la facoltà di chiedere di essere sottoposto a un periodo di prova, con contestuale sospensione del procedimento, il cui esito positivo è causa di estinzione del reato. Grazie a questo “strumento” i tre romani, descritti da chi era presente alla festa come delle bestie, se la caveranno con lavori di pubblica utilità. Una pena non esemplare secondo il legale delle vittime, Maurizio Paniz. «Oggi abbiamo la conferma di tutti e tre gli indagati/imputati che ammettono i fatti così come contestati e chiedono di poter essere ammessi ai lavori socialmente utili.

Al termine di questo percorso la vicenda penale finirà come previsto dalla legge Cartabia - spiega Paniz - Una riforma che non condivido perché rende molto più semplice il percorso per le parti che si sono rese responsabili di fatti gravi. Invece, da un punto di vista educativo, un procedimento penale sarebbe servito molto di più».


LE INDAGINI
La ricostruzione dell’episodio eseguita dalla Procura di Belluno è stata chiara fin da subito: romani contro romani. Le indagini svolte hanno poi spiegato come non si sia trattato di rissa ma di aggressione. Dalla ricostruzione del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Belluno, Alberto Primavera, si evince come, a sferrare il primo pugno sul volto di una delle vittime, fu Versace. Un cazzotto talmente violento da far cadere a terra il quindicenne. Ma il pestaggio non si è fermato. In tre sarebbero saltati addosso alla vittima colpendola con calci e pugni tanto da cagionargli lesioni personali gravi consistite in una ferita lacerocontusa del dorso nasale e una frattura comminuta e scomposta delle ossa del naso e del setto nasale. Anche Tamburrini è ritenuto responsabile di aver provato a sferrare un pugno al secondo quindicenne che, fortunatamente, riuscì a schivare il colpo. A quel punto fu sempre Edoardo Versace a lanciare violentemente contro il giovane, figlio di un noto medico romano, una “glacette” in acciaio in pieno volto cagionandogli lesioni personali gravi al labbro e al naso consistite in frattura scomposta della spina nasale anteriore con deviazione a sinistra. Le ferite riportate dal ragazzino hanno richiesto e continuano a richiedere il ricorso a costosi e delicati interventi chirurgici. Nonostante le cure tempestive e le operazioni, l’adolescente rischia danni permanenti alla mandibola. A quantificarne l’entità e il relativo risarcimento sarà il giudice civile.


IL DEPISTAGGIO
E pensare che all’epoca dei fatti a sporgere denuncia non furono solo i due quindicenni pestati a sangue. Anche gli indagati lo avevano fatto. Non contro quelli che invece avevano picchiato, bensì contro ignoti. Alla polizia avevano raccontato di essersi comportati in quel modo per difendersi da un’aggressione nei loro confronti. Una ricostruzione che non è mai stata ritenuta credibile e che, oggi, suona come un mal riuscito tentativo di depistare le indagini. Intanto il 12 settembre, al Tribunale di Belluno, si tornerà in aula. In quella data il giudice delle udienze preliminari valuterà il programma stabilito dall’Ufficio per l’esecuzione penale esterna e definirà i tempi della messa in prova. Poi, finalmente, le vittime potranno agire in sede civile per chiedere il risarcimento dei danni subìti.

Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 08:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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