Fossa comune con decine di pecore morte nella ex stalla: scatta l'inchiesta

Sabato 1 Maggio 2021 di Federica Fant
La ex stalla dove è stata trovata una fossa comune con carcasse di animali

BORGO VALBELLUNA Carcasse di animali morti gettati in una fossa comune a Nave di Mel. Nei giorni scorsi è stato effettuato un sopralluogo delle autorità che stanno indagando sul caso. La notizia di reato del presunto smaltimento illegale delle carcasse è stata data anche alla Procura della Repubblica. Sul ritrovamento vige il più completo silenzio, anche se a Borgo Valbelluna la notizia è già di dominio pubblico. Da quel che è trapelato durante i giorni passati sono intervenuti, a vario titolo, i vigili del fuoco, il veterinario del servizio sanitario e i carabinieri. LA SCOPERTA Nella ex stalla di F.S., in località Nave, sono stati trovati morti pecore e agnelli, gettati in una fossa comune. Sarebbero decine le carcasse recuperate, in stato di decomposizione, ora destinate al loro corretto “smaltimento” a cura dei veterinari. Accertamenti in corso per stabilire le responsabilità di questo gesto illegale e perseguibile penalmente. L’ex titolare della stalla risulterebbe completamente estraneo ai fatti: raggiunto telefonicamente ha risposto di non poter parlare della vicenda. Anche l’amministrazione comunale è stata avvertita del caso, ma non rilascia dichiarazioni: si limita a dire che sta seguendo la vicenda. GLI ANIMALISTI A conoscenza dei fatti anche il movimento antispecista “Siamo tutti animali”, seppur non nei dettagli. Ma il presidente, Cristiano Fant, sottolinea due questioni di ampio respiro. La prima: «È tipico di alcuni allevatori agire in questo modo -dice -, piuttosto che seguire pari passo la normativa di riferimento che è la 1774/2002 (sullo smaltimento delle carcasse e sull’inquinamento sanitario ed ambientale). Il motivo è probabilmente anche da ricondurre al fatto che c’è molta burocrazia attorno allo smaltimento delle carcasse di animali». La seconda invece interessa la questione lupo. «Si presentano queste situazioni di fosse comuni, ma poi non ci si può lamentare che i predatori si avvicinino alle case. Il loro fiuto è talmente sviluppato che percepiscono lontano la possibilità di avere a disposizione delle carcasse. È risaputo come il lupo, in particolare, sia attratto da resti di animali macellati o lasciati interi sul terreno». IL PROBLEMA Il consigliere delegato a Flora e Fauna di Palazzo Piloni, Franco De Bon, ha ricordato cosa avvenne solo pochi anni fa con la problematica dello “smaltimento” delle carcasse di animali selvatici, «che troviamo investiti o morti». «Abbiamo chiesto ai comuni lo scavo di una buca, entro cui poter gettare le carcasse di questi animali. Il seppellimento è stato concesso anche dalla Ulss ed è forse – fa sapere Franco De Bon – un metodo dei più vecchi e sicuri. La volpe seppellisce le sue prede, per poterle mangiare dopo, sotto terra l’animale si conserva meglio che lasciato agli agenti esterni». Per quanto riguarda, invece, «l’attrazione del lupo verso la fossa comune, suppongo che essa fosse coperta, il seppellimento è fatto apposta. Non conosco i particolari e quindi si va male a parlare». La questione di come poter risolvere il posizionamento delle carcasse, sia selvatiche che di affezione o allevamento, ha fatto tornare alla mente una vecchia idea che lanciò la Provincia di Belluno e che venne accolta, a suo tempo, sia dalla Ulss che dall’Ispra: «Creare un carnaio artificiale e inserirvi una colonia di avvoltoi o di grifoni. Ho avuto modo – spiega il consigliere delegato – di visitare quello istituito a Cormino in Friuli. Un’idea che si potrebbe valutare di rilanciare per crearne uno simile anche nel Bellunese». Federica Fant © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 11:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci