Figlio di due mamme iscritto all'anagrafe: il giudice di Belluno dice no

Giovedì 28 Gennaio 2021
Figlio di due mamme all'anagrafe: il Tribunale dice no
11

BORGO VALBELLUNA Tra qualche mese il bimbo nato a Feltre, figlio di due mamme, compirà 3 anni. In queste ore il Tribunale di Belluno ha decretato che Monica non può più essere la sua “mami”. Il provvedimento dei giudici di primo grado è arrivato come una mazzata sulla famiglia delle due donne, iscritte entrambe come genitori del piccolo nel 2018, dall’anagrafe dell’allora Comune di Mel. Monica, “mami”, ovvero la madre non biologica, ieri era distrutta.

LA FAMIGLIA  Dopo il matrimonio in Comune celebrato dal sindaco Stefano Cesa e il lieto evento a fine magio 2018, ci fu l’iscrizione del bambino all’anagrafe di Mel come figlio di due mamme. Ma subito dopo, su input della Prefettura, la Procura fece ricorso contro quell’atto dicendo che il sindaco aveva «svolto una vera e propria attività di “creazione del diritto”» e che «avrebbe dovuto rifiutare di trascrivere l’atto di nascita». Da lì si instaurò il procedimento che tra rinvii, e emergenze è arrivato ieri a conclusione con il decreto emesso dal giudice che ha escluso l’inserimento di Monica quale genitore del piccolo. La battaglia in Tribunale potrebbe però proseguire, con il ricorso in Corte d’Appello. Le due donne sono seguite dall’avvocato Maurizio Paniz, che ha commentato così l’esito: «Decreto formalmente ineccepibile e rispettoso dell’attuale quadro normativo, ma ci sono altri due gradi di giudizio in Italia ed uno presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, ove l’orientamento è completamente diverso: il problema è trovare la soluzione più protettiva per il bambino, come hanno deciso altri tribunali ed altre corti d’appello anche in Italia, che hanno sposato tesi diverse rispetto a quella adottata dal tribunale di Belluno».

LA GIURISPRUDENZA Una vicenda complicata, tanto più che la famiglia avrebbe dalla propria parte l’orientamento di alcune sentenze di giudici di merito dei Tribunali di Pistoia, Bologna, Bergamo, Cagliari, della Corte d’Appello di Trento e di Roma. Una realtà normata in molti Paesi europei, ma che oggi in Italia trova un vuoto legislativo e sembra vincolata al parere del singolo giudice. Il discrimine, in questi casi, pare essere quello della varia interpretazione su quale sia il modo migliore per tutelare il minore coinvolto. Si tratta di capire se l’interesse prevalente sia quello di far rispettare la norma, violata da due genitori, o di tutelare la crescita di un bambino che, in quanto tale, avrebbe diritto a due genitore con uguali garanzie e diritti.

LA REAZIONE La mami, colei che resterebbe esclusa dalla famiglia almeno a livello formale perché non inserita all’anagrafe come genitore del figlio generato dalla moglie Cinzia, ieri non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Incontrerà il difensore venerdì e forse, dopo, parlerà. «Non me la sento», ripeteva solo in preda alla disperazione.

LA SCELTA Le due mamme avevano scelto con coraggio di far nascere il loro piccolo in Italia, senza prendere la scorciatoia della nascita all’estero: in quel caso sarebbe stata quasi automatica la trascrizione dell’atto di nascita prodotto da un paese straniero e recante l’indicazione di due genitori dello stesso sesso. Qui in Italia invece è ancora una questione dibattuta ma per la quale, in questa vicenda, forse non è ancora stato messo il punto definitivo. Monica e Cinzia, almeno, ci sperano. (A.Tr.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 08:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci