Borca di Cadore: alberghi, discoteche, bar, negozi, tutto chiuso. In vendita anche le ville

Lunedì 3 Maggio 2021 di Enzo Bozza
(Foto di Giorgio Giorgi da Pixabay)
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BORCA DI CADORE (BELLUNO) - C'era una volta un bel paesino adagiato davanti al maestoso masso del Croera e diviso in due dal rabbioso Boite. Due ponti, uno vecchio, quello di Marceana e uno nuovo, nato vecchio come il primo, che collegano il centro del paese con l'elegante e sussiegosa Villanova, la Beverly Hills del Cadore. Si chiama ancora Borca di Cadore ma di quello che fu questo paese, rimangono le ferite inferte da una economia impietosa e il silenzio di chi da tempo ha gettato la spugna. Percorrendolo in direzione San Vito, possiamo ammirare le tante lapidi a eterna memoria e malinconia. All'altezza di Cancia, la zona che guarda con inquietudine l'Antelao causa di tante rovinose frane, possiamo scorgere i locali chiusi di quello che fu un ristorante. Più avanti, il glorioso albergo Bories, chiuso.

Borca di Cadore: il paese

Proseguiamo sulla tanto sofferta statale 51 con le sue ataviche buche nell'asfalto e i soliti segnali di lavori in corso risalenti ad epoca asburgica e troviamo sulla sinistra uno storico distributore di benzina Eni, prossimo alla chiusura. Pare che persino la vendita di carburante sia diventato antieconomico. Poco prima, l'unico dancing-discoteca della zona: il Five, chiuso. Se qualcuno, volesse fare una capatina al vicino ufficio postale, troverà chiuso anche questo, almeno per quattro giorni su sette, tanto, chi scrive più cartoline? Il de profundis si tocca in pieno centro, dove la storica filiale Unicredit ha appena chiuso. Tanto, cosa ci vuole a prendere una macchina e arrivare fino a Cortina? Possiamo tenere aperta una banca per quattro pensionati? Proseguendo, qualcuno ricorderà che sulla destra, c'era un negozio di articoli per caccia e pesca. Chiuso anche quello. Quelli di buona memoria ricorderanno che c'era anche un negozio di calzature, a sinistra della strada, si chiamava Bonetti calzature. L'epidemia di serrande chiuse ha falcidiato anche Bonetti. Chi vuole un paio di scarpe, vada a Belluno. Nei pressi del municipio, troviamo gli uffici della locale Pro Loco. Chiusi. Alla fine del paese, le vestigia di un simpatico bar, paninoteca. Chiuso. Altrettanto chiuso un altro storico bar, quello della Posta, in centro. Eccellenza di Borca era il Villaggio Eni voluto da Mattei e progettato nientemeno da Gellner: due alberghi, villette mimetizzate nel bosco e una bellissima Chiesa.

Tutto chiuso e in vendita. Le argomentazioni sono un grosso gomitolo di vecchi problemi mai affrontati che vanno dallo spopolamento della montagna alla criticità delle scelte delle nuove generazioni, fino all'economia miope. Borca appare come paziene malato da tempo e accudito solo con cure omeopatiche e uno spirituale quanto inutile fatalismo religioso, viatico verso la sepoltura. Addio Borca. Stacchiamo la spina.

Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 17:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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