Bimbi e architetti, missione 2021:
così rinasce il villaggio dell'Eni

Lunedì 8 Agosto 2016 di Giuditta Bolzonello
Bimbi e architetti, missione 2021: così rinasce il villaggio dell'Eni
Era un simbolo dell’Italia all’avanguardia, è caduto nel dimenticatoio per decenni. Ma ora rialza la testa per merito di un’associazione e di un gruppo di giovani imprenditori e architetti che vogliono riportarlo a nuova vita e rilanciarlo anche nella prospettiva dei mondiali di sci di Cortina del 2021. È il villaggio-colonia Eni di Borca di Cadore, capolavoro dell’architettura italiana ma anche modello di convivenza e razionalità abitativa, voluto da Enrico Mattei ma poi passato gradatamente da vanto a peso morto dopo la tragica scomparsa del fondatore dell’Ente nazionale idrocarburi.
Vi si è appena conclusa una intensa tre giorni. Da un lato, il Dolomiti Digital Camp con H-Farm. Centinaia di bambini hanno lavorato su programmi di formazione che connettono la cultura del digitale, l'arte, la natura. Laboratori digitali tra arte e natura ai piedi dell'Antelao con vista sul Pelmo: le Dolomiti a portata di mano. H-Farm sta per Riccardo Donadon, che è anche il presidente della Fondazione Cortina 2021; occasione unica e straordinaria per parlare della potenzialità logistica della Colonia del Villaggio rispetto al grande evento sportivo cortinese.
L’altro impegno è stato un workshop di architettura con Casabella, Simone Sfriso, curatore del Padiglione Italia Biennale di Venezia, Edoardo Narne, e una trentina di giovani architetti che hanno realizzato un laboratorio di "autocostruzione" ispirandosi a Edoardo Gellner, l'architetto delle Dolomiti, che progettò e realizzò il vasto complesso. L’organizzazione è di "Dolomiti Contemporanee", creata da Gianluca D'Incà Levis, e Progettoborca. Il villaggio Corte è stato eletto laboratorio di progettualità per giovani e "vecchi" architetti che si sono confrontati sul futuro del complesso, e della gigantesca Colonia in particolare, inutilizzata da 25 anni, il cui uso oggi deve essere ripensato.
Sabato è salito anche l'architetto ticinese Mario Botta per visitare il sito del quale conosceva solo la chiesa Nostra Signora del Cadore. «È rimasto colpito dalla qualità estrema del lavori del Maestro Gellner» assicurano gli organizzatori. «Prima si fanno i progetti, poi si cercano i soldi per realizzarli - spiega D’Incà Levis - Questi architetti lavorano con noi su un'idea per il futuro del Villaggio, anche in prospettiva di Cortina 2021 visto che la Colonia è un'infrastruttura logistica potenziale di 30mila metri quadri, può ospitare migliaia di persone».
Si riparte, dunque, da oggi pensando ai Mondiali di sci Cortina 2021, quando alla fine degli anni ’40 del secolo scorso si pensava alle vacanze dei dipendenti dell'Ente Nazionale Idrocarburi. Il villaggio lo volle Enrico Mattei, lo progettò e realizzò Edoardo Gellner, i due trovarono l'accordo mentre erano a pesca di trote. Un villaggio turistico con elevati standard architettonici, servizi accessibili a tutti, nessuna distinzione gerarchica: le 280 villette monofamiliari distribuite nel bosco venivano assegnate tramite sorteggio. Una colonia per ospitare 600 bambini, il campeggio a tende fisse; capanne in legno per ospitare 200 ragazzi. L'Albergo Boite ed il residence Corte, strutture destinate a servizi per gli ospiti della località.
Poco dopo la tragica scomparsa di Enrico Mattei, il 27 ottobre 1962, il villaggio si fermò, incompiuto, e nonostante sei progetti di Gellner, tra il 1974 e il 1990, i lavori così come voleva Mattei non ripresero più. Dopo il periodo di splendore degli anni '60 venne via via trascurato e quasi abbandonato. Dal 2000 invece le villette furono messe in vendita, è iniziata la riqualificazione che ha portato anche un centro benessere, ma molto resta ancora da fare.
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